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Italia Oggi

I tedeschi bevono meno birra ... Ne sono stati scolati 20 milioni di cassette in meno ... Diminuiscono gli uomini con la tipica teutonica Bierbauch, la pancia da birra. Si può essere magri, con gambe secche secche, ma il troppo liquido dilata la pancia a palloncino, a pallone, a piccola mongolfiera. Sono sempre di meno perché, lapalissiano, bevono sempre meno birra. Merito anche nostro. I connazionali di Frau Angela preferiscono il vino italiano più economico di quello francese, e che abbia almeno la stessa qualità, o il prosecco. Nonostante quanto si crede, e quanto lasciava supporre la sua stazza, anche Helmut Kohl, il gigantesco cancelliere della riunificazione, preferisce il vino alla birra. Avrà pesato 160 chili per un metro e 93, oggi un po’ meno, ma non ha mai sfoggiato una Bierbauch. Ai birrai vengono a mancare 20 milioni di cassette di birra, il calo più forte degli ultimi vent’anni. E la discesa continua negli ultimi mesi, colpa anche del cattivo tempo di maggio e giugno, e conseguenti alluvioni. La calura di questi giorni non basta a recuperare la birra perduta. “La stagione non può ormai essere salvata”, ammette il capo della Veltins, Michael Huber. La sua ditta è tra quelle più colpite: il calo è stato del 6,6%. La Beck’s accusa una perdita dell’8%, contro una media del 5. Vent’anni fa si consumavano oltre 120 milioni di ettolitri, nel 1998 si era scesi a 109, a 106 nel 2006. E l’anno scorso si è arrivati a 96,49 milioni. Ogni tedesco adulto ha bevuto 107,6 litri all’anno, una bottiglietta al giorno. Così la Germania si piazza al terzo posto in Europa, per il consumo pro capite, dopo Repubblica Ceca e Irlanda. I 1.330 fabbricanti di birra si trovano davanti a una situazione difficile, benché non ancora drammatica. Solo la Warsteiner ha registrato un aumento dell’1,7%, grazie a una campagna promozionale a prezzi superscontati, a 9,99 euro per una cassa di 12 bottiglie. Ormai, secondo Frau Catharina Cramer, dirigente commerciale della Warsteiner, “il 70% di tutte le birre viene venduto grazie al discount”. E in corso una rovinosa guerra dei prezzi, lamentano i fabbricanti medi o piccoli. “A far diminuire i consumi”, spiega sempre Huber, “hanno contribuito l’aumento dei prezzi e la moda di mischiare la birra con limonate e succhi di frutta: la birra diventa più rinfrescante, più dolce come piace alle signore, e diminuisce in percentuale il contenuto alcolico”. Huber non intende reagire abbassando i prezzi, ma migliorando la qualità del prodotto: “Ci attendiamo una ripresa per l’anno venturo”. Un aumento degli incassi, non della quantità venduta. “Scontiamo anche il calo demografico”, dice Huber, “i tedeschi diventano sempre più vecchi e bevono di meno>. E i giovani hanno altri gusti. Nei prossimi 15 anni, secondo le previsioni, si perderanno altri 20 milioni di ettolitri.
Data la situazione, tanto più è da ammirare l’azione lanciata quest’estate dalle birrerie di Monaco, la capitale dei bevitori di birra, come sanno gli italiani che amano l’Oktoberfest, che cerca di far fronte alla moda dilagante di scolare tutto d’un flato un Mass, il boccale da un litro, prezzo che sfiora i 10 euro. Sempre più sono quelli che finiscono all’ospedale. Una gara a chi beve più in fretta, con rischi a volte mortali. Nei locali hanno appeso un manifesto con la scritta: “Mach dich nicht zum Affen!”, non comportati come una scimmia. Ma i nostri cugini, dagli scimpanzè agli oranghi, per la verità sono astemi.

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