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Italia Oggi

L’Ocm vino lascia a secco i big ... Dopo l’estate fredda e piovosa, la gelata dei bandi extra Ue ... Non basta essere amici
di Bacco per poter accedere
ai fondi europei
riservati alla promozione
del vino (Ocm Promozione
sui mercati dei paesi terzi)
e così l’estate fredda e acquosa
diventa ancor più indigesta
per molti big del settore. Che
nonostante il blasone si sono
visti privare di una buona
fetta dei 71,5 mln di euro di
finanziamenti regionali complessivi
previsti dalla misura.
Una sorta di lesa maestà, che
coinvolge star enologiche come
il Consorzio del Brunello
di Montalcino e le Famiglie
dell’Amarone, e che sta prendendo
corpo in questi giorni,
man mano che le regioni pubblicano
le graduatorie dei progetti
presentati per la campagna
2014-15. Così, aumenta la
concorrenza dei medio-piccoli,
che si mettono assieme grazie
alle Associazioni d’impresa
(Ati). E cresce ancor più il numero
di domande per l’accesso
a fondi sempre più indispensabili
in un settore che nell’export
vale oltre 5 mld di euro.
Succede allora che in Toscana, dove è previsto un contributo
Ue di 10 mln di euro
per un totale di 21 mln di euro
di investimenti, solo le prime
26 domande su 49 (presentate
soprattutto da consorzi e associazioni
temporanee) sono
risultate ammesse e finanziabili.
Di queste, ben 9 superano
il milione di euro, con il record
della Marchesi de’ Frescobaldi
(2,25 mln di euro). Una
graduatoria dove i “piccoli”
hanno spesso superato i grandi,
come l’Ati “Casa Sola”, capofila
con 15 aziende medio-piccole
di Tuscan Wines Challenge
o l’emergente Consorzio Morellino
di Scansano.
Ammissibili, ma escluse
dal finanziamento a causa di
punteggi bassi, molte eccellenze
del vino toscano: dal
Consorzio del Brunello
di Montalcino alla Marchesi
Antinori; dall’Ati
della Barone Ricasoli a
Rufino; dal Consorzio
del Chianti Classico fino
ai Bertani Domains del
Gruppo Angelini . In tutto,
i progetti non finanziati
ammontano a circa 10 mln
di euro.
In attesa del Piemonte,
che pubblicherà la propria
lista solo tra qualche giorno,
anche un’altra regione
big del vino, il Veneto, non
lesina sorprese. Ventuno le domande
ammesse e finanziabili
su un plafond praticamente
pari a quello toscano: sugli
scudi le imprese del
Prosecco con l’Ati “Il
Veneto in un Bicchiere
” e l’Unione Consorzi
vini veneti Doc, che assieme
al Consorzio del Soave si
sono visti approvare progetti
da 2 mln di euro ciascuno.
Soddisfatti a metà i grandi
nomi: sì a Zonin e Sartori,
no alla Tommasi Viticoltori
(capofila di un gruppo importante
di produttori della Valpolicella)
e soprattutto no al
progetto da 2 mln di euro delle
storiche Famiglie dell’Amarone
d’arte. Al contrario della
Toscana, in Veneto erano previsti
i progetti multiregionali
a cui hanno partecipato con
successo grandi gruppi, come
l’Istituto “Grandi Marchi”,
il Gruppo Italiano vini, il
Consorzio del Prosecco,
l’Italia del vino.
La spesa ammissibile della
Lombardia sui progetti regionali
è stata di quasi 6 mln
di euro: a questi si è aggiunta
la quota relativa ai progetti
pluriennali (800 mila euro) e
quelli multiregionali (circa 8
mln di euro). Anche qui, un
escluso eccellente: l’unione
produttori con sede in Piemonte,
Unavini. Chiusi i bandi
anche in Alto Adige, Friuli
Venezia Giulia e i progetti
multiregionali nel Lazio,
dove spicca l’Ati “Italian
wine ways” composta da
13 aziende di Lazio, Friuli
Venezia Giulia, Piemonte e
Sardegna per Lui valore di oltre
un mln di euro. Pubblicate anche
le graduatorie delle regioni
più enologiche del Mezzogiorno:
12 mln di euro l’importo
complessivo ammesso in Sicilia,
con 4 progetti esclusi, e 6
mln quello pugliese.

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