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Italia Oggi

Il Brunello, un terrone anche lui. I vini in cui scorre Sangiovese hanno sangue meridionale ... Il Brunello ha origini e “sangue” meridionali. Così come
il Chianti Classico e tutti i
vini nei quali scorre Sangiovese, il “sangue di Giove”. E
il risulto di una serie di ricerche del Crea Uva da Tavola e Viticoltura di Turi (Ba) confluite nel lavoro con il quale la ricercatrice Manca Gasparro si è classificata seconda al Premio Internazionale Brunello di Montai ciao Case Basse Soldera per giovani ricercatori. Dalla ricerca si evidenzia come il Sangiovese, selezionato e coltivato nell’Italia meridionale, sia certamente approdato in Toscana, anche nel comprensorio di Montalcino, per diventare uno dei più diffusi e importanti vitigni italiani a livello mondiale. Lo studio presentato da Manca Gasparro ha analizzato la collezione di germoplasma viticolo, ha individuato due genitori putativi del Sangiovese, il Ciliegiolo e il Negrodolce. Inoltre i ricercatori hanno riscontrato che tre varietà di vini recuperate in Calabria e in Sicilia (Gaglioppo di Cirò, Mantonicone e Nerello Mascalese) derivano dall’incrocio con il Sangiovese. “Il lavoro è frutto di una serie di ricerche anche a carattere storico e di recupero della biodiversità che ci ha consentito di ottenere risultati di qualità. Abbiamo pubblicato i nostri dati con convinzione, risultati credibili e sicuri grazie anche ai marcatori molecolari”, conclude Marica Gasparro. A spiegare il valore del lavoro è Donato Antonacci, direttore del centro pugliese. “La ricerca arriva al termine del recupero della biodiversità di antiche varietà dell’Italia meridionale. Abbiamo salvato nei nostri vigneti sperimentali qualcosa come 4 mila piante di vite”, commenta Antonacci. Piante, o accessioni come si definiscono in gergo tecnico, sono state studiate per “i problemi legati ai sinonimi che spesso definiscono lo stesso vitigno. Le abbiamo analizzate anche con i marcatori molecolari del Dna e abbiamo costruito un database con oltre 1000 vitigni unici”. In questa ricerca il Crea di Turi ha recuperato anche “il Negrodolce che nell’Ottocento occupava un
terzo dell’agricoltura salentina e poi sparito. Nel lavoro di scouting abbiamo trovato questa varietà e confrontata con il Ciliegiolo. Da qui la scoperta della parentele tra Negrodolce e Ciliegiolo, genitori del Sangiovese”.

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