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Italia Oggi

Il futuro del vino è anche al femminile ... “Il 4 marzo nasce il primo evento nazionale dedicato alla cultura del vino al femminile, per segnare l’inizio della festa della donna 2017”: il presidente delle Donne del Vino, Donatella Cinelli Colombini, ha annunciato l’iniziativa “porte aperte alle wine lovers” ieri a Roma nella sede dell’Associazione della stampa estera in Italia, prima di commentare un’indagine-sondaggio dedicata alla donna del vino del XXI secolo. “Le donne sono il futuro dell’agroalimentare italiano”, ha affermato Cinelli Colombini, “sono imprenditrici molto vocate all’internazionalizzazione, e le vignaiole hanno mediamente titoli di studio più alti e parlano lingue straniere”. Laureate, “fanno figli dopo i trent’anni, guadagnano spesso meno degli uomini e sono ancora alle prese con il sessismo”. Al questionario inviato alle donne del vino hanno risposto produttrici, giornaliste ed esperte, enotecarie, ristoratrici di tutte le parti d’Italia, pari al 24% della compagine sociale. Cinelli Colombini ha sottolineato. che “c’è ancora tanto da fare per raggiungere una reale parità di genere. Le donne prendono esempio da altre donne assumendole come modelli (82%) elemento quest’ultimo da non sottostimare perché le recenti indagini di Wine Economics sulle donne del vino australiane hanno invece rivelato la propensione del settore femminile a conformarsi a comportamenti professionali e sociali maschili adattandosi a un ambito che le vede in netta minoranza”. Per il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, “anche se in Italia le cantine a guida femminile sono vicine alla quota 30% e, in generale, l’imprenditoria femminile è una risorsa importante per il settore agricolo, non si può parlare certamente di prodotti agricoli di “genere”. Nemmeno per il vino. Abbiamo realtà importanti come quelle riunite nell’Associazione delle Donne del Vino, forte di 700 componenti. Con tantissime imprenditrici qualificate, protagoniste dell’enologia, in prima linea, come Cinelli Colombini, nostra associata”. Per Guidi, “è molto interessante sottolineare come quasi 1’80% delle viticoltrici italiane si concentri su produzioni Doc o Docg. Abbiamo imprenditrici vitivinicole preparate e agguerrite, attente alle novità e che dominano i mercati. Un altro aspetto che vale la pena di approfondire è il ruolo femminile nell’acquisto del vino. Non c’è dubbio che siano loro, a livello mondiale a decidere gli acquisti. In testa in paesi come Usa, India, Svezia. In Australia hanno contribuito, grazie alla loro predilezione per bianchi e spumanti a rendere il vino sempre più famoso e in Giappone sono proprio le donne non solo a sceglierlo, ma ad aver dato vita al trend del consumo”.

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