02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Città del vino, la Francia raddoppia. Dopo Bordeaux investe su Digione con scuola alberghiera e formazione enogastronomica … Progetto da 200 mln in project financing del Gruppo Immobiliare Eiffage. Prevede anche 600 alloggi… A quanto pare le città del vino sono diventate di moda e nessuna grande città francese è disposta a rinunciarvi. Dopo Bordeaux, che con la sua cité du vin (uno straordinario edificio a forma di decanter sulla Gironda) ha visto raddoppiare il numero dei turisti, ora è la volta di Digione, il capoluogo della Borgogna, il cui sindaco, Franqois Rebasamen, socialista e amatissimo dai suoi concittadini che lo eleggono ininterrottamente dal 2001, non ha esitato a mettere a disposizione un’ala del vecchio ospedale medioevale per ospitare quella che, nel progetto, porta già il nome di Cigv, Cité internationale de la gastronomie e du vin. Gastronomia e vino perché Digione è la città della famosa mostarda, del pan d’épices, il pane speziato e, naturalmente, dei vini di Borgogna, da sempre in gara in tutti i contest enologici con i più nobili bordeaux. Insomma, una bella competizione tra città, un buon esempio di marketing territoriale anche perché il comune, a corto di risorse finanziarie come tutti in questo momento, si è affidato al terzo operatore immobiliare francese, il gruppo Eiffage, un colosso da 14 miliardi di euro e migliaia di cantieri in mezzo mondo, per un piano urbanistico più ampio che si finanzierà da solo, se-
condo gli schemi financing. Rendering della sede della città del vino a Digione classici del project residenza. Nel senso che non ci sarà solo la Cité de la gastronomie et du vin in un’ala ristrutturata dell’ospedale medioevale (progettato dallo studio di architettura e urbanistica Anthony Béchu e Perrot&Richard, lo stesso che ha firmato alcuni grattacieli della Defense, il quartiere degli affari di Parigi), ma tutta una serie di spazi e di edifici dedicati al turismo e a Seicento nuovi appartamenti (con il 70% riservato a quella che in Italia si chiama edilizia sociale), un grande albergo con 120 stanze e un paio di ristoranti, 12 sale cinematografiche, una residenza per anziani, una sala conferenze con 250 posti, un centro commerciale da 3 mila metri quadrati. Oltre, ovviamente, a tutto quel che serve a una città del vino e della gastronomia: scuola alberghiera, aule per la formazione enogastronomica e la degustazione. Insomma, una vera Digione2 che mobiliterà investimenti per oltre 200 milioni di euro. A carico di chi? Intanto del generai contractor, il gruppo Eiffage, l’unica vera public company francese del settore delle costruzioni, quotata alla Borsa di Parigi e controllata dai suoi stessi dipendenti (al 23%), con una storia secolare (è l’impresa che ha costruito la Torre Eiffel quando si chiamava Fougerolle, dal nome del suo fondatore a metà dell’800). “I lavori cominceranno alla fine di quest’anno e si concluderanno entro il 2019. Sarà un vero ecoquartiere, un modello per tante città francesi” spiega con soddisfazione il patron di Eiffage, Jean-Frangois Roverato, uno dei manager più apprezzati del settore. Roverato è di origine italiana, figlio di un falegname emigrato negli anni Trenta e di una sarta. Ha 71 anni e non ha mai lasciato la guida di Eiffage perché nessuno vuole che se ne vada. Tanto è bravo.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su