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Italia Oggi

La regione Toscana sul vino dà i numeri... Il vino, si sa, è sinonimo di allegria. E berne troppo fa perdere la trebisonda. Ma è anche una delle voci più rilevanti del pil alimentare italiano. Di conseguenza, è strategico misurarne le performance commerciali, per informare correttamente gli uomini d’affari, che sul vino rischiano capitali. E sperano di costruire fortune. Così, negli ultimi anni è tutto un fiorire di “osservatori”, report sui mercati emergenti, banche dati sulle esportazioni, che vanno ad affiancare i tradizionali strumenti di misurazione del mercato: i dati Istat e i flussi in Dogana. Ora, può capitare che un eccessivo entusiasmo per le eccellenze enologiche della propria terra faccia dare i numeri. Letteralmente. E quello che è capitato all’assessore all’agricoltura della regione Toscana, Marco Remaschi che, ad Anteprime 2017 - evento organizzato dalla stessa regione con PromoFirenze (azienda speciale della Camera di commercio di Firenze) - ha dichiarato: “L’export dei vini toscani di qualità non accenna ad arrestarsi, segnando per la prima volta una crescita costante per 3 anni di fila. Le esportazioni di vini toscani Dop (Doc I Docg) nel 2016 hanno raggiunto la cifra di 586 mln di euro, segnando un +2,05% rispetto al 2015 e addirittura un +10,4% sul 2014”. La fonte? I dati Istat e le stime fornite dai consorzi di tutela. Sta di fatto che, andando a leggere i dati Istat (gli unici disponibili arrivano a ottobre 2016), questi indicano un +11% di export per i bianchi toscani dop (ma valgono appena 21 mln di euro) e un sonoro -6,3% per i rossi toscani dop (che però valgono 428 mln di euro). Il dato aggregato, quindi, denuncia a fine ottobre 2016 un crollo dell’export dei nettari a denominazione toscani del 5,6%. E c’è di più: nell’esaltare la potenza dei 16 consorzi di tutela del vino toscano, una nota diffusa dagli organizzatori urla a titoli cubitali che il loro fatturato complessivo nel 2016 “sfonda quota un mld di euro”. Qualche riga dopo, però, per enfatizzare la (presunta) crescita dei vini di qualità svelata da Remaschi, la stessa nota sottolinea che essa è tanto più rilevante “se paragonata alla lieve (?) flessione accusata dalle esportazioni vitivinicole complessive, per le quali si è passati da 903 mln di euro nel 2015 a 858 mln stimati per il 2016 (5,24%)”. Ma come? Il fatturato dei vini di qualità toscani sfonda il mld di euro (1,037 mld per l’esattezza) e le sole esportazioni varrebbero 858 mln? Ciò significa che i consumi interni valgono 179,7 mln. Cioè il 17% circa, cioè nulla. Dicevamo: scrivere di vino è pericoloso: chi scrive può dare i numeri, chi legge può perdere la testa. Meglio farlo da sobri.

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