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Italia Oggi

Dogma sostenibile ... Al congresso Assoenologi nuove rotte al mondo del vino... Cotarella: solo vini eco - friendly... “Sostenibilità, fattore d’innalzamento della competitività delle aziende viticole, dei territori e delle comunità ad esse collegate”. Sono le parole d’ordine di Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, che racchiudono il senso del congresso dell’associazione che si è tenuto a Firenze alla Stazione Leopolda. Sostenibilità, la parola che ha risuonato come monito durate i tre giorni del convegno. Ma sostenibilità a 360 gradi senza pregiudizi o preclusioni. “Biologico, biodinamico, convenzionale, qualunque tipo di coltivazione purché sia fatta in modo sostenibile”, ha sentenziato Cotarella. Aggiungendo: “Non ci può essere sostenibilità senza scienza. Nei vigneti non c’è spazio per gli stregoni, i produttori hanno sempre più bisogno di nutrirsi di conoscenza”. A declinare il concetto ci ha pensato relatori come Ruggero Mazzilli, agronomo, dell’Università di Torino, che in Toscana ha fondato la Stazione sperimentale per la viticoltura sostenibile e ha promosso la nascita dei primi Bio - distretti vitivinicoli. “La sostenibilità è la sintesi dei presupposti che ogni attività umana deve considerare. Il bio è lo strumento eccellente per realizzare contemporaneamente i migliori traguardi”. E anche Stefano Vaccari capo del dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) è intervento sul punto, teorizzando la “sostenibilità dei controlli”. Mentre, Ruenza Santandrea, presidente dell’Alleanza delle Cooperative, ha puntato l’indice sulla sostenibilità sociale: “Dall’Osservatorio della cooperazione agricola italiana emerge che il settore vitivinicolo mostra una grande attenzione a questo tema. Oltre il 70% delle cooperative vitivinicole ha già implementato delle azioni concrete di responsabilità sociale a favore dei propri soci come la partecipazione alla gestione di impresa, trasparenza nelle comunicazioni, presenza di giovani negli organi di governo, e anche verso i dipendenti, i consumatori e i territori”. Vaccari ha illustrato anche i primi dati della Cantina Italia forniti dai registri telematici; mostrano che “al 1° agosto, alla partenza della nuova vendemmia, sono iscritti al registro circa 17 mila stabilimenti e 14.320 imprese, che si stima costituiscano il 95% della produzione di vino. A tale data erano stoccati oltre 37,8 milioni di ettolitri di vino, di cui circa il 46,8% a D.o. (63% rosso), il 30,4% a Igp (59% rosso), il 21,3% da tavola e 1’1,4% varietale, nonché 3,5 milioni di quintali di mosti. La concentrazione territoriale del vino vede il 57% al Nord, il 24 % al Centro e il 19% al Sud e Isole. Nel Veneto si concentra una quantità di vino superiore a quella dell’intero Sud, comprese le isole. Da 10 province sgorga quasi metà del vino italiano, tanto che Verona e Treviso detengono più vino che Sicilia e e Puglia assieme. La maggior quantità di vino da tavola in cantina è detenuta dall’Emilia Romagna, seguita dal Veneto e dal Piemonte”.

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