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ItaliaOggi

La diversificazione si somma allo sprint delle vendite: +61% nel 2021, +23% a maggio ’22 … Piccini cresce fuori dal guscio… Rileva il barolo Porta Rossa. E punta una società tedesca… Piccini si lancia per la
prima volta nella crescita per linee esterne e, dopo aver rilevato il barolista Porta Rossa, mette nel mirino una società tedesca di cui non vuole svelare l’identità. Un piano ambizioso e una diversificazione di prodotto rilevante che potrebbero mettere il turbo a una crescita di per sé accelerata: nei primi 5 mesi del 2022 le vendite di Piccini sono rimbalzate del 23% (al netto del vino sfuso) e nell’intero 2021 del 61% a 102 milioni di euro. La soglia psicologica dei 100 mln è stata superata anche grazie a un introito di 18 mln per una vendita/prestito di vino sfuso regolata con la controparte CalixOl, del gruppo finanziario Amundi/Crédit Agricole. Per certi versi, l’operazione è simile a un pegno rotativo: Piccini può però riacquistare il vino sfuso remunerando il costo dell'affinamento. Il contratto è valido per 6 anni e ogni anno la società toscana potrà cedere partite di vino sfuso o semilavorato per 12 milioni. Se si considera il solo imbottigliato, il fatturato
dell’esercizio 2021 è di 84 mln, +34%, di cui oltre il 60% è stato realizzato in 80 paesi. Il Margine operativo lordo è di 4,5 mln (i14,5% dei ricavi) e l’utile netto di 1 mln. I debiti verso banche sono di 29 mln e le obbligazioni circa 2 mln. I crediti ammontano a 25,4 mln e i debiti verso fornitori a 43,7 mln. La posizione finanziaria netta è negativa per circa 17 mln, meno pesante dei 25,9 mln dell’esercizio precedente. La leva finanziaria della società è tirata, anche per i bassi margini e per il ritmo di sviluppo accelerato. Su questi temi il vulcanico ceo Mario Piccini (che ama il rischio calcolato) preferisce rinviare nel tempo il confronto. Di certo lo sviluppo boom è stato propiziato dal forte legame con la gdo (+22% in Italia nel 2021) e dal Chianti Geografico destinato all’Horeca, ma soprattutto dalla capacità di reggere l’urto dei grandi contratti con il nuovo stabilimento di Casole d’Elsa e gli impianti del Chianti Geografico. Il 90% delle vendite in Italia si realizza sugli scaffali di Esselunga, Metro, Carrefour, Coop, Conad, Aldi e Autogrill. La società senese
di Castellina, nel cuore del Chianti classico, è controllata da Mario Piccini per il 55% e dalle sorelle Elisa e Martina con il 22,5% ciascuna. La famiglia Piccini controlla 4 tenute: Fattoria di Valiano nel Chianti Classico, Tenuta Moraia in Maremma, Regio Cantina in Basilicata e Torre Mora in Sicilia. Nel 2018 ha acquisito gli Agricoltori del Chianti Geografico, punto di riferimento storico del Chianti. E lo scorso aprile
è sbarcata nelle Langhe rilevando società, brand e archivio storico di Porta Rossa. Non ci sono vigneti. “Da 140 anni ci prefiggiamo di raccontare l’Italia del vino attraverso le sue eccellenze”, ha detto Piccini. “Abbiamo deciso di parlare di Langhe attraverso un brand che rappresenta le eccellenze prodotte tra le colline albesi, come ad esempio il Barolo Porta Rossa. L’acquisizione, infatti, comprende anche le etichette delle vecchie annate”.

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