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Italiaoggi

Diritti d’impianto, la riforma slitta ... Europarlamento e Consiglio Ue in pressing sulla commissione ... Più tempo agli stati membri per decidere sui diritti di impianto del vino. Convergerà in questa direzione il voto di parlamento e consiglio europeo per guadagnare tempo e far slittare la data del primo dicembre 2012, proposta dal commissario europeo Dacian Ciolos, pèr la scelta del regime da parte degli stati. Lo ha detto il presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, intervenendo al convegno “il ruolo dei diritti di impianto per il futuro del settore vitivinicolo europeo”, organizzato da Confagricoltura a Palazzo della Valle. Dopo aver precisato la differenza tra l’ocm vino, che fa parte dell’ocm unica, e il testo legislativo sul vino, che invece rientra nel pacchetto di riforma della Pac, De Castro ha ammesso di essere convinto che “all’Italia convenga mantenere l’ocm vino”. “Per quanto riguarda la liberalizzazione dei diritti d’impianto sono molto tranquillo”, ha aggiunto, “in quanto in Parlamento abbiamo raggiunto un voto che dice che l’Unione europea è a larga maggioranza contraria. Dubito che ci sarà un ripensamento, semmai qualche modifica a seguito dei risultati del gruppo di alto livello. Il coltello è in mano a parlamento e consiglio: non abbiamo fretta e chiederemo uno slittamento dei termini”. Sul possibile slittamento, invece, dell’approvazione della riforma Pac, il presidente della commissione agricoltura ha tenuto a precisare che “l’eventuale piano B non sarà dannoso per gli agricoltori perché si entrerà in regime di proroga delle misure esistenti e si utilizzeranno le stesse regole di oggi con tempi e modalità che andranno studiati”, ma senza danni per le imprese agricole e l’agricoltura in generale. Al convegno è stato presentato uno studio dell’Inea dai cui risultati è emerso che la conferma dei diritti impianto dovrebbe portare alla definizione di un sistema rinnovato finalizzato a eliminare le principali inefficienze e assicurare una migliore flessibilità del potenziale. Il nuovo regime dovrebbe basarsi su due pilastri: un mercato dei diritti di impianto con nuove regole e una valutazione periodica che consenta di modificare il volume aggregato del potenziale di produzione Ue. Per migliorare il mercato dei diritti di impianto, rileva lo studio, sono necessarie nuove regole tecniche per lo scambio dei diritti di impianto e l’ampliamento dei confini di scambio dei diritti. “I diritti d’impianto sono un meccanismo che serve a controllare la produzione e permette alla vitivinicoltura italiana di esprimersi al meglio”, ha detto il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, sottolineando la posizione dell’organizzazione in favore del mantenimento dei diritti. “Nel tempo il sistema dei diritti ha contribuito a preservare l’azienda viticola legata al territorio. Eliminarlo comporterebbe conseguenze economiche e sociali gravissime per il nostro paese quali eccedenze di produzione, delocalizzazione e competizione basata su prezzi al ribasso”.

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