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PRESIDIARE I MERCATI

La Cina negli ultimi 10 anni ha importato 2,4 miliardi euro di vino. Vola il prezzo medio

Vinitaly, con Ice e Consolato Italiano, protagonista dell’“International Wine and Spirit Show” di Chengdu

Se pure il 2018 si è chiuso in chiaroscuro per le esportazioni di vino italiano in Cina, il trend delle spedizioni negli ultimi dieci anni segna una crescita costante, che si traduce in un saldo complessivo di 2,4 miliardi di euro, in rimonta rispetto a piazze storiche mondiali come la Germania, a quota 2,6 miliardi di euro di importazioni complessive nello stesso periodo. Sono i numeri da cui partire, per crescere ancora e mettere nel mirino le prime posizioni, quelle occupate da Francia e Australia, un’impresa ardua ma non impossibile, a patto di presidiare, con uno sforzo comune e condiviso, il mercato del Dragone, come fa in questi giorni la “Vinitaly China Chengdu”, fiera dentro la fiera, organizzata da Veronafiere insieme al Consolato italiano di Chongqing e all’Agenzia Ice di Pechino, guidata da Amedeo Scarpa, nella cornice dell’“International Wine and Spirit Show” di Chengdu, appuntamento storico per il settore enoico, di scena fino al 23 marzo. Un mercato su cui puntare, quello cinese, specie per il suo altissimo valore aggiunto, visto che il vino italiano sulla piazza di Pechino riesce a spuntare un prezzo medio di ben 4 euro al litro, contro gli appena 1,8 euro al litro ottenuti in Germania.
“La piazza asiatica e in particolare quella cinese è sempre più strategica in ottica futura per il nostro prodotto enologico - commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - Vinitaly è presente su questo mercato da 20 anni e ora stiamo ponendo anche le basi per costituire una piattaforma stabile di promozione fieristica per il vino italiano, con strutture dedicate ed eventi specializzati”. Per Davide Castellani, viceconsole italiano a Chongqing, “questa zona della Cina è tra le più interessanti e dinamiche del paese in quanto ne rappresenta la nuova frontiera dello sviluppo economico, anche per il vino. Il consolato è quindi in prima linea per supportare a livello istituzionale la collaborazione con Vinitaly, uno degli strumenti più efficaci per la promozione di sistema del made in Italy”.

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