Il Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini, i nostri modi di vivere la quotidianità ma anche la composizione del carrello della nostra spesa. Una fotografia precisa di quello che prendiamo dagli scaffali ci arriva da Coop, leader della gdo con il 14,2% del mercato ed un fatturato di 14,8 miliardi di euro, per il 70% dal comparto food. Prodotti a lunga conservazione, come pasta e cibi in scatola, insieme agli igienizzanti, sono ormai un “must” per chi va a fare la spesa ai tempi del Coronavirus. Partiamo dai numeri: nelle prime due settimane in cui l’Italia ha iniziato a fare i conti con il Covid-19 (il periodo va dal 24 febbraio all’8 marzo) le vendite hanno registrato un +12,8% rispetto alla media del periodo. Il motivo è noto: la paura di quarantene ha spinto la gente a fare più scorte possibili bruciando i tempi.
Capitolo generi alimentari. Gli italiani stanno costruendo una vera e propria “dispensa dell’emergenza” privilegiando cibo semplice da cucinare, nutriente, pronto all’uso e con una data di scadenza lunga. Due gli ingredienti immancabili che sono aumentati di più rispetto alla media del periodo: carne in scatola (+60%) e farina (+80%) ma anche i legumi, sempre in scatola, hanno fatto un notevole balzo in avanti (+55%). Seguono pasta (+51%) e riso (+39%) ma in rialzo troviamo pure le conserve di pomodoro (+39%), lo zucchero (+28), l’olio da olive (+22%), il latte Uht (+20%), i biscotti (+13%), le confetture (+9%) e le fette biscottate (+17%). Nel freezer di tanti italiani non mancherà il pesce surgelato (+21%) e nella dispensa quello in scatola con il tonno (+26%) che non passa mai di moda. Non è passato inosservato anche il reparto dedicato ai sughi pronti, prodotto in crescita del 22%. C’è chi sale ma anche chi scende. Perché dovendo pensare all’essenziale, i grandi esclusi dal carrello degli italiani sono i “peccati di gola”. In “discesa” troviamo i succhi di frutta (-13%), le bibite (-10%), gli aperitivi (-9%), la birra (-7%), i vini tipici (-3%) e anche quello da tavola (-20%). Negli scontrini appare sempre meno la voce della pasticceria industriale (-12%), le merendine (-5%) e le creme spalmabili (-8%).
Ma è analizzando il boom dei prodotti disinfettanti e per l’igiene personale e della casa che è possibile rendersi conto di come sono cambiati i tempi e la nostra routine quotidiana. Numeri mai visti per i cosiddetti “kit anti-Coronavirus” trainati dai disinfettanti, Amuchina in testa. Alle casse dei supermercati Coop il prodotto ha registrato un +547% rispetto alla media del periodo. Non trovando il gel o anche solo per non rimanere senza, gli italiani hanno messo nel carrello anche salviettine disinfettanti (+478%) e salviette umidificate (+361%). A ruba i termometri per monitorare la possibile insorgenza dei sintomi del Covid-19, +189%, una percentuale ben 12 volte superiore alla media. E ancora: alcol denaturato (+203%), disinfettante per superfici (+197%), guanti monouso (+123%), candeggina (+47%) e alcol etilico alimentare che nonostante abbia un costo elevato (circa 14 euro al litro) ha registrato un rialzo dell’82%. In crescita anche le vendite dei profilattici (+5%). Complessivamente i prodotti di igiene personale registrano un +30%, quelli per l’igiene orale del 24% mentre assorbenti e prodotti intimi si fermano ad un +10%. Scontato il crollo dei prodotti da viaggio (-26%) mentre ai margini dalla lista della spesa finiscono i trattamenti corpo e viso (-12%), i prodotti per capelli (-16%), il trattamento cosmetico per uomo (-9%). D’altronde se la tavola si spoglia degli abbellimenti, anche gli italiani si allineano al nuovo trend.
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