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La Stampa

“Douja d’or diventi brand del territorio” … Asti, stasera si chiude il salone... È un sorta di Giro d’Italia in un bicchiere, il meglio dell'enologia nazionale, dal piccolo produttore alla cantina blasonata, che accetta di confrontarsi in un concorso che ha l’avvallo ministeriale e una storia di quasi mezzo secolo. La Douja d’Or (che si chiude questa sera a mezzanotte) si conferma evento di rilievo per chi produce e per chi beve vino. In dieci giorni ha portato ad Asti 300 mila wine lovers, pronti a passeggiare nel centro storico trasformato in una cittadella del vino, facendo tappa nei suoi palazzi di prestigio, diventati banchi d'assaggio o enoteche. La Douja, in piemontese, la caraffa in terracotta che un tempo si usava per mescere il vino; oggi e un concorso nazionale a cui si affianca un salone con degustazioni, vendita dei vini selezionati, cucina d’autore, incontri; “È il simbolo di un’enologia di qualità, e ambisce a diventare “brand” abbinato ad Asti, per far riconoscere le nostre migliori produzioni sui mercati nazionali e internazionali” ragiona Renato Goria, presidente della Camera di commercio astigiana che organizza l’evento. I numeri spiegano che cosa sia la Douja: 268 i vini premiati (Doc, Docg e Igp), rappresentativi di 164 aziende dalle Alpi alle falde dell’Etna (Piemonte, Sicilia e Veneto i più “presenti”), un “movimento” che porta in città operatori e semplici appassionati. A credere fortemente nel valore della Douja come veicolo di promozione del vino, ma anche del territorio, 6 Filippo Mobrici che presiede PiemonteLand, il Consorzio che raggruppa tutti i Consorzi di tutela piemontesi: “Asti ha una grande tradizione vinicola, che la fa conoscere nel mondo: oggi ci sono circa 150 milioni di bottiglie Doc e Docg con il suo nome in etichetta. Asti e Douja insieme hanno e dovranno avere sempre di più la capacita di rappresentare l’enologia di qualità sui mercati italiani ed esteri”. E se si guarda all’estero bisogna ricordare che il settore vinicolo oggi in Piemonte vale 250 milioni le bottiglie prodotte, 18 mila le aziende coinvolte nella filiera. E qui la Douja d’or vuole ritagliarsi il suo spazio: “È l’evento che più di tutti ci qualifica come eccellenza, in Italia e nel mondo, rappresenta la sintesi ideale tra tradizione, evoluzione e innovazione” chiosa Goria.

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