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La Stampa

Le reserve sono al minimo soffrono i vigneti delle Langhe … I produttori : “Così avremo ben poco da vendemmiare”. La propostadella Cia: “Uno studio su piccolo invasi”… Tra le zone che stanno soffrendo di più una siccità tanto prolungata, e probabilmente neppure mai vista, ci sono le Langhe, con i loro vigneti, che ora sperano nelle piogge di fine mese inizio marzo. “La perturbazione che arriva dalla Spagna provocata dalla discesa fredda dal Polo potrebbe inviare sul Nord Ovest piogge prima sparse e poi più organizzate” spiega lo studioso di clima, Fulvio Romano. È però di pochi giorni fa il grido d’allarme lanciato dai produttori: “Se continua così in autunno avremo ben poco da vendemmiare”, aveva detto Tino Colla, vignaiolo di lunga esperienza alla guida dei Poderi di famiglia, durante un incontro con altri rappresentanti della categoria organizzato dall’associazione Strada del Barolo. E in questo periodo di potatura delle viti c’è chi sottolinea l’impressionante secchezza e durezza della legna, mentre le riserve idriche sono al minimo perché pioggia e neve sono arrivate con il contagocce. L’estate scorsa, nonostante caldo e siccità, le vigne sono state generose, offrendo “un’ottima annata e vini altrettanto promettenti”, dicono dal Consorzio di tutela del Barolo, Barberesco, Alba Langhe Dogliani. Quest’anno, anche se le vigne ora sono al minimo della loro attività vegetativa, quasi nessuno pensa però che si possa ripetere il “miracolo” della scorsa stagione. Semmai il contrario, soprattutto peri vigneti che erano già in una situazione di sofferenza. E il futuro non sembra essere migliore, con il surriscaldamento globale che avanza. Quindi come “risolvere” il problema? Da Cia Cuneo la proposta: “Se c’è la possibilità di realizzare un accumulo delle acque piovane senza danneggiare l’ecosistema, va sondata. La Regione Piemonte potrebbe farsi promotrice di qualche studio, coinvolgendo gli esperti migliori e valutando i pro e i contro”.

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