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La Stampa / Dossier+

Emergenza alcol: Italia in pole position ... Ogni anno nell’unione europea muoiono 195 mila persone per problemi legati all’alcol. E in Italia l’età del primo drink risulta più bassa del continente... Ogni anno nell’Unione Europea l’alcol è responsabile della morte di quasi 200 mila persone per un’ampia gamma di cause: incidenti stradali, omicidi, suicidi, cirrosi epatica, patologie neuropsichiatriche e depressione, cancro (tra cui 11 mila casi di tumore alla mammella). E la situazione in Italia non è certo più rosea: siamo un Paese in cui l’assunzione ancorché moderata di bevande alcoliche, e in particolare di vino, fa parte di una radicata tradizione culturale. Una consuetudine alimentare molto diffusa, oltre che socialmente accettata. Negli ultimi anni si stanno però diffondendo nuovi modelli di consumo che prevedono un uso occasionale, intenso e spesso intossicante di bevande di maggior gradazione alcolica: aperitivi e soprattutto birra. Queste modalità di consumo rappresentano la prima causa di incidenti stradali nei quali sono coinvolti i giovanissimi, mentre nell’Unione Europea è attribuibile all’alcol il 25% della mortalità giovanile tra i maschi e il 10% tra le femmine.

I punti critici. Tra le criticità relative al consumo di alcol nel nostro Paese vi sono: alta percentuale di consumatori giornalieri (31%) tra i maschi di età media e anziana; tra questi, alta percentuale (16%) di consumatori giornalieri nella classe di età 65-74 anni; aumento, nei ricoveri ospedalieri, della percentuale di ricoveri femminili rispetto a quelli maschili, e di quelli delle fasce di età più giovani rispetto a quelle più anziane; aumento percentuale delle diagnosi di cirrosi epatica alcolica nei ricoveri ospedalieri (+ 4,6% fra il 2000 e il 2004); valore relativamente elevato del tasso nazionale di mortalità per cirrosi epatica e patologie croniche del fegato in relazione ad altri Paesi europei. Nel 2006 sono stati presi in carico presso i Servizi alcologici territoriali del Sistema sanitario nazionale quasi 62mila soggetti alcol dipendenti - una media di uno su mille, compresi neonati e astemi!! - in aumento del 9,6% rispetto a quelli del 2005. Il 75% riguarda persone tra i 30 e i 59 anni; il 15% giovani al di sotto dei 30 anni.

Il problema giovani. Il dato più preoccupante relativo al consumo di alcol in Italia riguarda proprio la popolazione giovanile, e in particolare la fascia di età tra gli 11 e i 15 anni. Ben il 19,5% dei giovani tra gli 11 e i 15 anni dichiara infatti di aver consumato alcolici nel corso del 2005, nonostante il divieto, sancito dalla legge, di somministrare bevande alcoliche ai minori di 16 anni. Secondo i dati dell’indagine Eurobarometro 2002 della Commissione Europea, l’Italia presenta l’età più bassa nel continente in relazione al primo contatto con le bevande alcoliche, con una media di 12,2 anni contro i 14,6 anni della media Ue, immediatamente seguita da Irlanda e Austria, con 12,7 anni. Nell’ambito della popolazione generale al di sopra dei 14 anni, il numero dei consumatori di alcol appare invece sostanzialmente stabile a partire dal 1998, attestandosi intorno al 70%. È invece in deciso aumento fra i giovani, e in particolare fra le giovani donne fra i 18 e i 24 anni. Anche tra i ragazzi di 16-17 anni, come attesta l’Istat, uno su due consuma alcolici; e l’8% dei maschi di tale età ne fa uso tutti i giorni.

Alcol al di fuori dei pasti. Tra i giovani è sempre più diffuso il consumo di bevande alcoliche al di fuori dei pasti e questo rappresenta un importante indicatore di esposizione al rischio alcol-correlato. I giovani tra i 20 e i 24 anni sono la classe di età più interessata dal consumo settimanale di alcolici fuori pasto, immediatamente seguiti da quelli tra i 25 e i 29 anni, ma il fenomeno riguarda in maniera rilevante anche i giovani tra i 18 e i 19 anni, i cui valori sono già superiori a quelli rilevati nel complesso della popolazione generale. Fra i giovanissimi di età compresa fra 14 e 17 anni la percentuale di bevitori fuori pasto risulta praticamente raddoppiata tra il 1994 e il 2006, passando dal 13,4% al 24,2% tra i maschi e dal 8,0% al 16,8% tra le femmine.

Binge drinking e ubriacatura. Secondo l’Istat nel 2005 ha ammesso di essersi ubriacato almeno una volta quasi il 50% dei giovani maschi di età compresa tra i 20 e i 29 anni e il 14,6% di quelli fra i 18 e 19 anni. Più maschi, ovviamente, che femmine. Ammette di essersi ubriacato almeno una volta anche il 3,2% dei giovani maschi di età inferiore a quella legale per la somministrazione di bevande alcoliche (16 anni). Il 12,6% dei giovani maschi tra i 20 e i 24 anni associa ai comportamenti di ubriacatura anche il consumo di alcolici fuori pasto, esponendosi in tal modo a un rischio particolarmente elevato. Soprattutto nei più giovani, l’associazione di consumo alcolico fuori pasto e ubriacatura si correla a una più assidua frequentazione di discoteche e locali notturni.

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