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La Stampa / Specchio

E’ Torino ma sembra Bordeaux… Da domani a mercoledì, al Lingotto, torna il Salone del Vino. Protagoniste 1200 cantine e un’annata eccezionale. Ma solo per la qualità… Troppo presto per accostare Po e Garonna, prematuro avvicinare il Salone del Vino del Lingotto a quello internazionale che ogni due anni si tiene a Bordeaux. Ma domani chissà. (…) La terza edizione del Salone, una scommessa voluta da Lingotto Fiere e dal suo presidente Alfredo Cazzola, che presenta con orgoglio i 52.000 metri quadrati di area espositiva, con 1.200 cantine e oltre 5.000 etichette da degustare. Nella capitale piemontese sono attesi importatori e buyers dell’Est e dal Nord Europa, una scelta precisa in un momento in cui il mercato interno è stabile, mentre consumatori storici come la Germania vivono una pausa di riflessione. Ma non solo, “il popolo degli enoappassionati” dice Cazzola “è calcolato in 6,5 milioni di persone, ogni gruppo di amici o di colleghi di lavoro è più o meno condizionato da un opinion leader. Per noi questi personaggi valgono tanto quanto un enotecario o un ristoratore, quindi sono operatori del settore a tutti gli effetti. E’ per questo che per un giorno, con 25 euro, anche il pubblico potrà entrare al Salone”. Un grande evento per celebrare una vendemmia scarsa dal punto di vista della quantità, ma che si riscatta in pieno per la qualità eccezionale. E’ il verdetto che arriva anche dal resto d’Italia. Giacomo Tachis, decano degli enologi, non ha dubbi: “Il 2003 è una vendemmia ancora più scarsa del 2002: questo è dovuto anche alla minor resa degli acini, a causa della siccità”. Franco Giocosa, il piemontese che guida in vigna e in cantina casa Zonin, offre un punto di vista unico nel panorama nazionale: è infatti al timone di undici tenute in sette regioni e può tracciare una panoramica completa e dettagliata, dal Piemonte alla Sicilia. “In generale, spiega, quest’annata calda e asciutta ha prodotto ovunque uve perfettamente sane, favorendo quasi dappertutto un notevole anticipo della raccolta”. Dopo gli uomini che nel mondo del vino stanno dietro le quinte, ecco quelli che finiscono sull’etichetta. Un viaggio che comincia dal numero uno, Angelo Gaja. Dalla sua Barbaresco ha conquistato la Toscana con tenute a Montalcino e Bolgheri: “La qualità è ottima ovunque, mentre la qualità è scarsa. Produrremo vini di grande corpo e struttura, con gradazione alcoliche elevate, più da far invecchiare che da godere fin da giovani: però i vini facili li abbiamo già prodotti nel 2002: ben vengano allora i vini del 2003”. Piccolo tra i grandi come produttore, ma un vero big – con i suoi due metri – tra gli uomini delle vigne, ecco il parere di Walter Lodali dalla langarola Treiso: “Una vendemmia fantastica, un’annata da celebrare proprio al salone di Torino, l’ambiente adatto per parlare di futuro”. Dopo il re e un emergente del Nord Ovest, ecco un uomo del profondo Nord Est, Fausto Peratoner di La Vis, Trentino: “La qualità di questa vendemmia è molto buona: il caldo di quest’anno darà vini diversi dal solito, più strutturati ed equilibrati”. Dalla Toscana, Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino, assicura che la vendemmia 2003 sarà, per uno dei più blasonati rossi italiani, un’annata da ricordare: “Le condizioni climatiche di quest’estate, particolarmente calda, hanno favorito un eccezionale sviluppo dell’uva, in ottime condizioni sia per la qualità delle bacche che per le caratteristiche di grande qualità”. Jacopo Biondi Santi, nome storico del terroir del Brunello: “Per la vendemmia di Montalcino, sia a il Greppo sia a Poggio Salvi, siamo davvero soddisfatti: si tratta di un’annata di altissimo livello. Uve belle e sanissime”. In Umbria Marco Caprai conferma: L’uva quest’anno era eccezionale. Ci aspettiamo ottimi sviluppi da quest’annata”. Anche la Sicilia esulta. Lo dice Francesca Planeta: “Possiamo dichiararci molto contenti: per i vini rossi, che presentano concentrazione, struttura e profumi fuori dall’ordinario. Ma anche per i bianchi, più potenti del solito”.

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