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La Stampa / Specchio

Gli umbri di Antinori. Accanto ai prestigiosi vini rossi di Toscana, la celebre maison di marchesi produce a Ficulli anche ottimi bianchi con l’etichetta Castello della Sala. Un milione e mezzo di bottiglie l’anno ... Il potere evocativo dei nomi a volte è dirompente. Nel firmamento del vino basta sussurrare la parola Antinori per associarla ad alcune delle etichette più blasonate del patrimonio produttivo nazionale. Antinori è la quintessenza della nobiltà enologica toscana e a quella regione si fa riferimento quando si pensa a questa illustre casata di marchesi. Ma è all’Umbria che vorremmo rivolgere le nostre attenzioni, perché nel cuore verde d’Italia gli Antinori possiedono, da oltre sessant’anni, un marchio altrettanto celebre tra gli appassionati.Parliamo del Castello della Sala, possente e nel contempo elegante fortezza del XIV secolo stagliata su un promontorio tufaceo dell’Appennino, a una manciata di chilometri dal confine toscano e da Orvieto. Castello della Sala è nata come un raffinato orgoglio di famiglia: Niccolò Antinori (padre di Piero, attuale patron della società, e nonno di Albiera, Allegra e Alessia, la nuova generazione tutta al femminile dell’azienda), convinto che il terroir di Toscana fosse adatto a produrre eccellenti vini rossi, cercò altrove le potenzialità per produrre vini bianchi di qualità altrettanto elevata. Le trovò a Ficulle, dove la Antinori rilevò una proprietà in abbandono che comprendeva 29 fattorie, 483 ettari di terreno e un castello. Il lavoro di riassetto (strutturale, agricolo, organizzativo) fu imponente e consegnò un fiore all’occhiello della viticoltura umbra.Oggi il Castello della Sala conduce 160 ettari vitati da cui si producono annualmente un milione e mezzo di bottiglie. Il parco vitigni riassume forse meglio di qualunque altro aspetto quella commistione fra tradizione e innovazione che è alla base della filosofia Antinori: lo chardonnay e il sauvignon si accompagnano al grechetto e al procanico, antico clone di trebbiano umbro. Alla cura in cantina dei vini pensa Renzo Cotarella: sue le versioni sempre grandi di Cervaro della Sala (forse il bianco più famoso d’Italia) e del resto della gamma, tutta di altissimo profilo.

Castello della Sala

Ficulle (Terni) - tel. 0763-86051

Da provare

Cervaro della Sala 2002 - Una versione forse atipica di questa star dell’enologia nostrana, per effetto di un’annata non certo felicissima. Per questo punta molto sull’eleganza e sull’ottimo dosaggio del legno, piuttosto che sulla potenza del frutto. Comunque, un campione. Prezzo medio in enoteca: 30 euro

Muffato della Sala 2002 - Da un uvaggio di sauvignon blanc, grechetto, traminer e riesling, nasce questo grande passito. Le uve sono raccolte nei vigneti del Castello solo dopo l’attacco della muffa nobile che conferisce profumi balsamici e di frutta tropicale. Prezzo medio in enoteca: 28 euro

Orvieto Classico Campogrande 2004 - Frutto di un taglio di grechetto, procanico, chardonnay e viognier, è un vino molto godibile, dal colore giallo intenso e con profumi delicatamente fruttati e floreali. Al palato ha una buona corposità e un finale lungo, con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Prezzo medio in enoteca: 10 euro

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