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La Stampa / Speciale Vinitaly

Uva dell’altro mondo ... Nuova Zelanda... L’Italia al contrario brinda con export da record e diventa un paradiso degli enoturisti. Grazie alla ricerca della qualità... Gli esordi del nettare di Bacco sono stati tutt’altro che facili, ma alla fine il vino è diventato uno dei prodotti eccellenti del Paese. Domina il Marlborough Sauvignon Blanc, con oltre il 70% delle esportazioni totali... Un Sauvignon Blanc di Marlborough, fresco ed erbaceo o uno Chardonnay di Hawke’s Bay, fruttato e profumato? In ogni caso si rischia di assaggiare i migliori vini bianchi del mondo. Ecco perché i turisti che attraversano la Nuova Zelanda da Nord a Sud per cantine e vigne sono sempre più numerosi e in questi giorni di vendemmia le presenze sono da record. La storia dell’enologia nella terra dei Maori è recente. Nel 1819, dopo la colonizzazione inglese a seguito delle spedizioni del capitano James Cook, il Reverendo Samuel Marsden piantò la prima vite. Solo vent’anni più tardi si ha notizia del primo vino prodotto dallo scozzese James Busby. Entrambi percepirono che la Nuova Zelanda fosse perfetta per produrre vino di qualità. La loro profezia si avverò solo a metà degli anni ‘80. I primi produttori di vino della Nuova Zelanda furono inglesi che si scontrarono con le restrizioni imposte dalle autorità. Solo alla fine della Seconda guerra mondiale nei negozi fu possibile vendere vino e solo nel 1960 fu concesso alle aziende di servire alberghi e ristoranti. I coltivatori iniziarono a coltivare ibridi resistenti come il Baco Noir e Isabella e produrre uva da tavola invece di produrre vino. L’Isabella rimase fino agli anni ‘60 l’uva più piantata di tutta la Nuova Zelanda, fino a quando non si decise di tentare la coltivazione di Vitis Vinifera, la vite da vino. Il primo vigneto piantato nella celebre Marlborough risale al 1973. La diffusione ebbe un rapido sviluppo fino al 1983, quando la produzione fu tale da costringere all’espianto delle viti. La ripresa avvenne a partire dal 1990 e gli ultimi 20 anni sono costellati da successi continui. I mercati principali sono il Regno Unito e l’Australia, che sono cresciuti costantemente negli ultimi dieci anni anni. Il vino neozelandese si sta posizionando come vino di qualità: nel Regno Unito, ad esempio, il prezzo medio di una bottiglia di vino neozelandese è maggiore del 30% rispetto al prezzo medio dei vini dei suoi più stretti competitor. La popolarità del Marlborough Sauvignon Blanc è incontrastata e rappresenta oltre il 70% delle esportazioni totali. Nel 2010 il mondo del vino neozelandese ha reagito alla crisi, e lo ha fatto centrando due obiettivi: quello di massimizzare la qualità e quello di percorrere la strada della sostenibilità. Nella terra degli All Blacks hanno ristrutturato il mercato e le esportazioni sono cresciute del 26% a 1,4 milioni di ettolitri. La vocazione della Nuova Zelanda è la produzione di vini bianchi. Se lo Chardonnay riscuote oggi maggiore attenzione dei produttori, è il Sauvignon Blanc che ha reso la Nuova Zelanda famosa nel mondo: i vini neozelandesi sono inimitabili. Un’esplosione di aromi freschi e intensi, agrumi ed erbe aromatiche, frutta esotica e suadenti aromi erbacei. Secondo la pratica enologica riservata a quest’uva, il Sauvignon Blanc è vinficato in vasche d’acciaio senza affinamento in legno, lasciando risaltare le caratteristiche fruttate, fresche e aromatiche, sia al naso, sia in bocca. La Nuova Zelanda è divisa in due: l’isola Settentrionale e l’isola Meridionale, e la vite è presente ovunque. Il clima è fresco, grazie alla forma allungata che risente dell’influsso dell’oceano e consente alle uve di maturare in modo omogeneo, producendo vini ricchi di aromi e acidità. La viticoltura della Nuova Zelanda è orientata alla coltivazione delle specie “internazionali”, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Riesling, Pinot Grigio, Müller Thurgau e Gewürztraminer per i bianchi, per le uve a bacca rossa Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero, l’uva più coltivata per gli spumanti. Più del 40% dei vigneti si trova nell’isola settentrionale, in particolare nelle zone di Gisborne e Hawke’s Bay. Gisbone è nota per la produzione di eccellenti vini da uve Chardonnay, oltre a una discreta produzione di Müller Thurgau, mentre Hawke’s Bay, grazie anche alle caratteristiche del suolo e del clima, è considerata una delle migliori zone del paese ed è da qui che provengono, i migliori Sauvignon Blanc e Chardonnay. Offre anche una buona produzione di rossi con uve Cabernet Sauvignon e Merlot. Altra zona d’interesse dell’isola Settentrionale è Auckland, dove si registra la maggiore concentrazione di aziende vinicole. Nella parte sud dell’isola Settentrionale troviamo la zona Wairarapal Martinborough, vocata alla produzione di Pinot Nero e Cabernet Sauvignon. Anche l’isola meridionale è ricca di zone interessanti dal punto di vista enologico. La più nota ed estesa è Marlborough, all’estremità nord dell’isola Meridionale, patria del Sauvignon Blanc. A nord-ovest si trova la piccola zona di Nelson, un’area collinare dove si producono vini da uve Chardonnay, Riesling e Sauvignon Blanc. Più a sud troviamo l’area di Canterbury, caratterizzata da un clima piuttosto freddo, dove si producono Pinot Nero e Chardonnay, oltre a Riesling e Sauvignon Blanc. La zona vitivinicola più a sud del paese è Central Otago, sotto al 45° parallelo, dove si producono Pinot Nero e Gewürztraminer. Kia ora (cin cin in maori)!

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