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La Stampa / Tempo Libero

In cantina - Il Barolo chianato dalla vigna alla farmacia ... Se andate in una delle più antiche case vinicole piemontesi, la Cocchi di Asti, (dal 1891), Giulio Bava tira fuori dal cassetto dei fogli ingialliti scritti a mano che documentano l’importazione di china calissaja, cardamono ed altre spezie. Lo stesso potrà accedere dall’archivio di Teo Cappellano a Serralunga d’Alba (dal 1870) o da Borgogno a Barolo. Sono i produttori storici del Barolo chinato, cui se ne sono aggiunti altri (segnatevi Marcarini e La Morra), seguendo una moda che trova, in questo vino medicinale nato nelle farmacie di Langa, la sua massima soddisfazione. Il Barolo chinato, infatti, nasce dall’intuizione che il vino rosso di corpo (intuizione confermata dalla Medicina) unito all’unico curativo in voga due secoli fa, la china, potesse dare beneficio. Le farmacie piemontesi, poi, avevano sempre una vigna inglobata nella proprietà e fu proprio Giuseppe Cappellano, prozio di Teo e farmacista in Torino, a uscire con la prima bottiglia ... Dei campioni citati, quello che si stacca per originalità e diversa alchimia è Cappellano (una bottiglia costa 60.000 lire), che unisce il suo eccellente Barolo ad una concia fatta di corteccia di china calissaia e altre 13 spezie. Ricorda più un elisir che un aperitivo ed è emozionante come vino da conversazione ... Teobaldo Cappellano: tel. 0173/613103

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