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La Stampa / Tempo Libero

Leggere di gusto - Fontanafredda: storia di una “casa” mitica ... Dodici bambini in abiti ottocenteschi, ciascuno con un bel paio di grappoli in mano. È l'immagine di copertina del volumetto in cui Lorenzo Tablino, albese, enotecnico nelle cantine di Fontanafredda dal 1969, ha raccolto i risultati delle sue ricerche sulla grande azienda vinicola langarola, di proprietà prima dei conti Mirafiore, eredi di Vittorio Emanuele II, e dal 1931 del Monte dei Paschi di Siena. Per ricostruirne la storia Tablino ha consultato archivi pubblici e privati, selezionato documenti scritti e fotografie, intervistato i testimoni di vicende più che secolari. Stimolo all'indagine furono proprio i colloqui con gli anziani vignaioli e cantinieri di Fontanafredda, figli dei primi abitanti della tenuta, dove nei tempi d'oro vivevano decine di famiglie, c'erano la chiesa, un asilo infantile, una scuola, il dopolavoro, la banca musicale. La storia quotidiana della comunità rurale, scandita dai ritmi della vite e del vino, si intreccia con quella dei personaggi che diedero origine all'azienda: Vittorio Emanuele (acquirente nel 1858 di 52 ettari in località Fontana Fredda di Serralunga d'Alba), la moglie morganatica Rosa Vercellana (la "bela Rosin"), il figlio Emanuele, il nipote Gastone. Fondata nel 1878, la casa vinicola dei conti Mirafiore ha una parte importante nella diffusione internazionale del Barolo e raggiunge l'apice del successo negli anni intorno alla Prima guerra mondiale. Ma nel 1922 il conte Gastone perde il controllo della società e comincia il travaglio che porterà al fallimento e alla rinascita a opera della banca che acquista all'asta la tenuta.

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