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La Stampa

"Per valorizzare l´Asti spumante un sistema di cru alla francese": Carlo Bocchino spiega: "serve più coraggio, nonil disciplinare creando figli e figliastri" ...Parlare di dividere il disciplinare di produzione tra Moscato e Asti spumante, mettendo il Moscato al vertice e l´Asti molto più in basso mi sembra un´assurdità. Un grande vitigno deve essere valorizzato in tutti i suoi aspetti». Carlo Bocchino, proprietario della Contratto, entra con un affondo nel dibattito sul futuro del vino italiano più esportato nel mondo. Qual è la sua ricetta? «La più semplice che ci sia, quella più adottata ovunque nel mondo si facciano grandi vini: piantare le vigne solo nei posti, fare diradamenti, non voler sfruttare i vigneti all´esasperazione, avere delle basse rese per ettaro. Purtroppo per Asti non è così» ... «Nell´ultimo decennio il Moscato si è piantato senza criterio dovunque: in riva ai fiumi, nelle valli dove una volta c´erano i boschi. In sintesi, per essere pagato il giusto il prodotto deve venire da zone vocate ed essere di alta qualità. A questo punto il discorso è semplice: rese più basse per ettaro, uva pagata più cara. Credo che la situazione attuale dell´Asti non stia più remunerando nessuno: né chi coltiva l´uva, né l´industria». Insomma, investire nella qualità. E poi? «Non adagiarsi, avere il coraggio di fare nuove proposte al mercato. Sono convinto che l´Asti Spumante possa avere un futuro grandioso, perché parte da un vitigno eccezionale che può dare risultati eccezionali». Ad esempio? «Per stare sul concreto e dimostrare che le mie non sono solo teorie posso parlare di una scommessa: l´Asti "De Miranda" Metodo Classico. E´un prodotto di piccolissima nicchia, ne facciamo 12-13 mila bottiglie l´anno, che per me è un punto di grande orgoglio. Vede, la mia famiglia ha sempre creduto nel vitigno Moscato. Il mio bisnonno, nel 1898, ha aperto una distilleria per trasformare le vinacce di Moscato ed io sono legatissimo a questa tradizione, tant´è vero che il "De Miranda" prende il nome da quello di mia bisnonna». In che cos´è diverso questo prodotto? «Parte da una cura esasperata della vigna, con rese bassissime per ettaro. In più è un Metodo Classico, quindi con una fermentazione in bottiglia che segue il procedimento degli Champagne». Per chiarire ai profani: che differenza c´è fra l´Asti Metodo Classico e l´Asti «normale»? «Una differenza enorme. La fermentazione di uno spumante metodo Charmat avviene in una vasca da 10-20 mila litri nel giro di 15-20 giorni, mentre con il Metodo Classico la fermentazione avviene in bottiglia con due o tre anni di invecchiamento. Inoltre c´è tutta una lavorazione manuale che naturalmente è diversa» ...

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