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La Stampa

De Gustibus Disputandum Est ... Aprile è il mese di Vinitaly. Giunta alla sua trentaseiesima edizione, la grande kermesse veronese è e rimane l´appuntamento più importante dell´anno. 4.000 espositori da 26 nazioni diverse, 140.000 visitatori da 87 paesi del mondo, 2.000 giornalisti accreditati: i numeri del 2001 parlano da soli sulla portata di quest´evento. Vinitaly mantiene il suo prestigio e la partecipazione corale del mondo dell´enologia lo pone molto vicino a Vinexpo, la biennale bordolese che resta l´appuntamento internazionale più famoso. La quantità di operatori, importatori, esportatori e appassionati che intervengono, fanno di Vinitaly, per sua natura, l´unica grande vetrina del vino italiano. Vi sono alcune griffe che in virtù delle loro strategie hanno snobbato l´evento, ma rappresentano una parte infinitesimale del comparto. Lo stesso Gaja, che quest´anno non sarà presente se non con una piccola presentazione dei suoi vini, non manca mai di sottolineare la sua gratitudine verso questa fiera. Di solito il suo stand veniva preso d´assalto da persone di tutto il mondo per il grande fascino che la sua firma sa esercitare: il ruolo di Vinitaly nella storia della sua bella impresa ha senz´altro giocato una parte significativa. Se pensiamo ai tempi della nascita di questa manifestazione, oggi ci troviamo di fronte a una realtà ben diversa nel mondo dell´enologia: le scelte di qualità hanno coinvolto trasversalmente piccole, medie e grandi aziende, le quali adesso possono competere tranquillamente sul mercato internazionale. Un mercato figlio di un panorama sempre più complesso e fortemente influenzato dalle innovazioni tecniche e da grandi spostamenti di capitali. I nuovi Eldorado del vino, California, Australia, Cile, Argentina, Sud Africa, hanno raggiunto posizioni importanti senza tuttavia minacciare ancora in modo importante le produzioni storiche che mantengono il loro prestigio. Il numero degli appassionati è cresciuto esponenzialmente e c´è spazio per tutti. Ci sono stati grandi cambiamenti nella geografia agricola del pianeta, si sta assistendo ad acquisizioni all´estero da parte dei principali artefici di quello che oggi è un comparto che vive una situazione davvero molto florida. Questa è l´unica certezza in un mondo in continua evoluzione. L´ultima novità sembrano ora le viti transgeniche e a Vinitaly se ne parlerà diffusamente: sono sicurissimo che gli italiani non faranno l´errore madornale di cedere alle chimere di queste nuove tecnologie e faranno fronte unico per impedirne la diffusione sui nostri grandi terroir. Vinitaly ha accompagnato tutte queste trasformazioni conquistando sempre più pubblico ed espositori. Chi presenta un prodotto di valore a Vinitaly trova un palcoscenico importante. Le stesse nouvelle vague toscana e piemontese hanno ottenuto in questo appuntamento un´amplificazione talmente grande - e qui hanno buttato le basi della propria ascesa - al punto che la loro presenza oggi fa sì che molte manifestazioni estere di questo tipo non riescano più minimamente a scalfirne il successo. Se poi vogliamo prendere come punto di riferimento Vinexpo, laggiù la presenza italiana è volutamente relegata ad un ruolo marginale per le scelte sciovinistiche della grande Francia enologica. La trentaseiesima edizione del Vinitaly si presenta dunque, come sempre, molto interessante e possiamo anche nominare le manifestazioni di contorno che ne fanno un evento quanto mai completo. A partire da Sol, il Salone internazionale dell´olio di oliva vergine ed extravergine, passando per Vintour salone dedicato al turismo del vino e dell´olio, per finire con Enolitech punto di riferimento per le tecniche di viticoltura. Non ci sarà certo da annoiarsi a Verona dall´11 al 15 aprile: buon Vinitaly a tutti.

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