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La Stampa

De Gustibus disputandum est ... La direttiva Europea 2002/11/Ce del 14 febbraio 2002 sulla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione vegetativa della vite riporta d´attualità il tema del transgenico in viticoltura, ponendo le basi legislative per l´introduzione, sul suolo comunitario, della vite modificata geneticamente, attualmente vietata». Comincia così il manifesto Slow Food sulle viti transgeniche che si può sottoscrivere su Internet, visitando il sito del movimento. Slow Food lanciò l´allarme già nel dicembre 2000 con una campagna che raccolse diecimila adesioni. Su queste righe, a febbraio di quest´anno, spiegai i motivi storici, economici e di etica ambientale per cui bisogna opporsi fermamente all´impianto di viti geneticamente modificate, in sigla Gm. Oggi c´è questo manifesto, che mette in guardia sui pericoli e lancia un appello al Governo, al Parlamento, alle Regioni, Province e Comuni, ai Consorzi di tutela, affinché siano imposte chiare regole di tracciabilità alle aziende vitivinicole, sia salvaguardata la biodiversità sui territori e vengano vietate nei disciplinari di produzione le viti Gm. Come recita il manifesto, non si tratta di una crociata contro la scienza, né contro il progresso. Si dà spazio alla ricerca, ma con auspici che questa venga svolta in un ambiente confinato e a lungo termine. Le viti Gm rappresenterebbero una vera e propria rivoluzione, quindi vanno prese con le molle e i risultati della ricerca vanno pubblicati e verificati da un ente autonomo. Inoltre, la ricerca scientifica dovrebbe procedere in tutte le direzioni, perché si innovi con metodi ecocompatibili, capaci di ridurre l´impatto ambientale, senza necessariamente ricorrere a manipolazioni genetiche. Una volta letto il manifesto, la Regione Emilia Romagna, con l´intervento del suo Assessore all´agricoltura, Guido Tampieri, si è mossa con grande tempismo e si è attivata su due fronti: ha organizzato un convegno per domani, lunedì 20 maggio, a Bologna e ha proposto alle altre Regioni italiane un documento ufficiale da sottoscrivere, un ordine del giorno delle Regioni, che ricalca, sviluppandolo, il manifesto Slow Food. Un documento che metterebbe i giusti paletti per non lasciare che le viti Gm invadano con troppa leggerezza e senza cautele i vigneti nazionali. Al Convegno «Vite e Ogm, la Via Italiana», che si svolgerà nella Sala del Podestà di Palazzo Re Enzo in Piazza Nettuno a Bologna, interverranno gli assessori all´agricoltura delle regioni Emilia Romagna, Toscana e Piemonte, chiamate a dare la loro prima adesione ai documenti: quello istituzionale presentato dell´Emilia Romagna e quello di Slow Food (a Bologna con il vicepresidente Giacomo Mojoli). Sarà presente il Ministro delle Politiche Agricole Giovanni Alemanno, che illustrerà la linea che il Governo intende seguire su questo tema. Dalle ore 9,30 si susseguiranno interventi in rappresentanza di un po´ tutto il mondo istituzionale del vino, chiamato a raccolta per rispondere agli interrogativi che pone la nuova direttiva europea: questi prodotti transgenici, nella vitivinicoltura, sono davvero necessari? Mi sembra molto significativo che accanto alle associazioni agricole e di settore intervengano i produttori, gente del calibro di Elio Altare, Marco Caprai e Alessio Planeta. Ci sarà anche Maurizio Fava del Consorzio di Tutela del Gavi: il primo, e finora unico, consorzio ad aver esplicitamente vietato nel suo disciplinare di produzione le viti Gm. Il messaggio dovrebbe essere chiaro a chi ha fatto quella direttiva molto furba e poco saggia: la via italiana alla produzione vitivinicola non ha bisogno degli Ogm e servono metodi pienamente ecocompatibili; del resto il successo e la qualità dei nostri vini fatti in maniera tradizionale lo dimostrano ampiamente. Ora tocca alle istituzioni metterlo per iscritto e renderlo ufficiale, speriamo che il primo passo importante sia fatto domani a Bologna.

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