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La Stampa

Conti in rosso per l´agricoltura Per il vino annata da dimenticare: dal Piemonte al Veneto, il prirmo bilancio del maltempo ... La grandine colpisce con violenza in questo scorcio d´agosto e rischia di mettere in ginocchio settori importanti dell´agricoltura italiana. Chicchi grandi come palline da tennis, sul Nord Est, hanno devastato la Franciacorta nel Bresciano, la zona del Lago di Garda, il Veronese e il Friuli. L´altra notte è toccato al Piemonte: pioggia, grandine e vento si sono abbattuti su Astigiano, Alessandrino e Novarese. E ieri ancora maltempo e danni in Toscana, tra la Lucchesia e il Pisano. Colpite anche le Marche e alcune zone del Sud. Campi, frutteti e serre sono stati flagellati dal vento e bombardati dalla tempesta. I danni maggiori, per decine di milioni di euro, li ha subiti la viticoltura. La buona resa dell´annata 2002 è in forse. La stima a fine luglio, prima dell´ultima ondata di maltempo, secondo calcoli elaborati dall´Ismea e dall´Unione Italiana Vini, era di una produzione nazionale già in calo del 3%, anche a causa della siccità. Si prevedeva di superare di poco i 50 milioni di ettolitri, come era già successo nel 1997. Adesso l´elenco dei vigneti a rischio vendemmia si allunga di ora in ora: dalla Franciacorta, che vanta 1500 ettari di vigne, alla zona del Bardolino sulla riva Est del Garda, alle colline attorno a Verona, dove si producono il Valpolicella e l´Amarone. In Piemonte danni ingenti in Valle Belbo, tra Nizza, Calamandrana e Canelli, alle vigne di Moscato e Barbera e più a Nord nel Monferrato colpita l´area del Grignolino e del Ruché a Castagnole Monferrato. A Vignale, una delle capitali enologiche della zona, la furia del vento ha abbattuto l´allestimento del famoso festival di danza, ora trasferito «al chiuso» al teatro di Alessandria. Tornando ai vigneti, la Coldiretti nazionale, per evitare spinte speculative, ieri sera ha diffuso una nota in cui si precisa che gran parte della viticoltura italiana, anche nelle zone di maggior pregio, è comunque salva. La grandine infatti colpisce da sempre «a macchia di leopardo», e nella stessa zona ci possono essere devastazioni totali e aree intatte o quasi. Il calcolo dei danni, vigna per vigna, è affidato ai tecnici che in questi giorni gireranno le zone colpite. E dal Veneto al Piemonte c´è chi chiede lo stato di calamità. «Il danno non riguarda solo il raccolto perduto, ma anche ciò che rimane», dice Franco Giacosa, direttore tecnico dei vigneti Zonin, azienda che con 1800 ettari e una decina di tenute nelle principali zone vitivinicole d´Italia, dal Veneto al Piemonte, dalla Toscana alla Sicilia, offre un osservatorio privilegiato. A Giacosa non risultano segnalazioni di danni alle vigne Zonin ma, ha esperienza di grandinate: «Il chicco di ghiaccio causa lesioni agli acini e ai tralci con il rischio di attacchi di crittogame, in particolare la botrite, che è una muffa. Perciò bisogna intervenire con potature e trattamenti». Il che riduce la produzione di qualità e aumenta i costi. Nel Veronese molte aziende hanno già annunciato che quest´anno rinunceranno all´annata di Amarone, che può essere prodotto solo da uve sane e ben mature. Le polizze antigrandine sono molto diffuse, anche se vengono considerate piuttosto care (una media di mille euro ad ettaro), nonostante l´intervento pubblico. Esistono consorzi di difesa nati dalle battaglie contadine degli anni 60, quando le battaglie per il Fondo di solidarietà fecero scendere in piazza trattori e carri ancora tirati dai buoi. Altre aziende si affidano a difese dirette, come le reti e i «cannoni» che sparano nelle nubi grandinifere disperdendole. «Noi proponiamo una ricerca meteorologica nazionale, che attraverso la serie storica degli eventi e l´uso dei satelliti consenta di redigere una aggiornata mappa del rischio zona per zona», annuncia Paolo Saturnini, sindaco di Greve in Chianti e presidente dell´Associazione «Città del vino», che raggruppa oltre 500 Comuni italiani. «Le zone ad alta vocazione enologica sono un patrimonio di tutto il Paese, indispensabili per la sua economia, e vanno salvaguardate con un servizio di protezione meteo-rurale, che si affianchi alla protezione civile» aggiunge Saturnini. E proprio le «Città del Vino», sabato 10 agosto, notte di San Lorenzo, hanno organizzato «Calici di stelle»: 165 eventi enologici, in altrettante località, con un bicchiere in mano ad osservare le stelle cadenti. Bel tempo permettendo.

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