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La Stampa

Il rilancio dell´annata parte dai grandi rossi
Barolo, Brunello e Sagrantino attuano misure selettive per la qualità. Primi bilanci dopo la raccolta delle più nobili uve d'Italia ... I vignaioli: «Non arriveremo alle cinque stelle ma non è un disastro» Assoenologi conferma: stagione duramente provata dal maltempo
Un´annata che non sarà certo di quelle da ricordare, a cinque stelle, con un'estate anomala fra pioggia, grandine, freddo, ma i grandi vini reggono. I produttori del «gotha» dell´enologia italiana puntano alla riscossa e hanno optato per scelte anche drastiche, imposte dalla necessità di salvare il prestigio e l'eccellenza della qualità delle etichette. Declassare un vino prestigioso, ambasciatore e simbolo dell'Italia è una scelta difficile quanto ardita. Vista la stagione non promettente, l'azienda Tenuta Il Greppo di Jacopo Biondi Santi ha optato per questa coraggiosa soluzione: declassare il Brunello a Rosso di Montalcino fascia rossa. «La perdita - precisa Biondi Santi - sarà soprattutto economica: si passerà da 90 a 20 euro. Quantitativamente il calo sarà inferiore, con un trend del -30 per cento. Fortunatamente nelle altre nostre aziende il maltempo non ha pregiudicato eccessivamente la vendemmia, abbiamo comunque fatto un´attenta selezione delle uve, con un calo di produzione del 20 per cento». Restando nella zona del Brunello Stefano Cinelli Colombini, titolare della Fattoria de Barbi, commenta: «Montalcino ha registrato poca pioggia rispetto al resto della Toscana. Quindi la raccolta tutto sommato non è andata male. Le quantità di Brunello saranno inferiori di quasi il 50 per cento rispetto al 2001. Il resto delle uve sarà impiegato per il Rosso di Montalcino: noi puntiamo soltanto su qualità elevatissima, al di sopra di ogni possibile critica». Stagione difficile anche in Umbria. La conferma arriva da Marco Caprai di Montefalco: «Dopo le piogge, a partire dal 22 agosto, siamo stati obbligati a fare una selezione estremamente elevata. Grande diradamento con 3-4 passaggi per il Sagrantino. La produzione sarà anche del 70 per cento in meno. Per uscire sul mercato con l'annata 2005 abbiamo dovuto optare per drastiche scelte. Diverso il discorso del Sangiovese per il Montefalco rosso, annata non brillante ma soddisfacente». Anche in Piemonte la situazione è caratterizzata dal chiaroscuro. «Dopo i danni della grandine i produttori, insieme agli enti preposti - spiegano Ernesto e Anna Abbona, della Marchesi di Barolo - hanno deciso la riduzione delle rese secondo i vari mappali: dal 40 fino anche al 70 per cento e in tutti i casi almeno del 20 per cento per questa annata, con grande selezione durante la raccolta. Fortunatamente la grandine ha colpito aree molto circoscritte. Dopo la metà di settembre c´è stato un miglioramento grazie a giornate soleggiate e vento secco. Così, da un "rating" di annata mediocre, anche grazie al lavoro di selezione si è passati ad una valutazione di stagione non certo a cinque stelle, ma paragonabile al '93 e '95. Per le uve di nebbiolo da Barolo il calo è stimato fra il 30 e 40 per cento». Fiorenzo Dogliani, amministratore delegato della «Batasiolo», di La Morra è convinto che qualitativamente sarà un'annata migliore di quanto si supponesse all'inizio della vendemmia. «Fra tutte le uve - conferma l'enologo dell´azienda, Giorgio Lavagna - quelle che prospettano miglior risultato sono i nebbioli. Con la maturazione tardiva si aveva il timore di un andamento climatico che avrebbe compromesso il risultato. Invece con due settimane positive il nebbiolo si è ripreso e la maturazione è avvenuta in modo soddisfacente. Il maggior problema ritengo sia non sulla qualità ma sulla quantità per via dei diradamenti che si sono imposti necessari. Sui dolcetti il calo è del 30 per cento». «Da parte nostra - dice Luciano Bertello, presidente dell'enoteca regionale del Roero - siamo discretamente soddisfatti, sia per l'arneis, sia per il nebbiolo che cresce sui "sorì" più soleggiati. Qui, visti i terreni sabbiosi, la pioggia estiva ha compensato l'aridità naturale. Nota dolente per la barbera che ha risentito degli effetti del maltempo ed ha accusato alcune malattie della vite relative alla situazione climatica. La raccolta sarà mediamente del 30 per cento in meno». A tracciare il bilancio post-vendemmia interviene l'Assoenologi, in vista del focus a 360 gradi sul vino previsto al seminario Renato Ratti, in programma il 25 ottobre a Veronafiere: «Questa non è un'annata da dimenticare - spiega il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli - ma non ci sarà un millesimo da conservare gelosamente. La qualità è eterogenea: non solo in una stessa regione ma addirittura in una stessa zona il giudizio di "sufficiente" si scontra con quello di "ottimo" e il "mediocre" con l'"eccellente". La vendemmia 2002 può essere considerata buona, ma con scarse punte di alto livello e molte di medio. Dal punto di vista quantitativo i 47 milioni di ettolitri (-10 per cento rispetto al 2001) ipotizzati a fine agosto sono scesi a 45 milioni (-15%) e ci si avvicina alla quota minima del '57 con 42,8 milioni di ettolitri».

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