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La Stampa

La tecnologia al servizio del vino: dal satellite la nuova frontiera della vendemmia. “Dallo spazio indicazioni sui terreni”. Si parte dalla Toscana. Nascono le etichette sociali prodotte dai detenuti di Velletri ... L’acqua su Marte, il vino sulla terra. La ricerca spaziale che ha portato ad affascinanti scoperte sul Pianeta Rosso, potrà dare il via a una rivoluzione nei vigneti. Le nuove tecnologie sono un argomento al centro dell’attenzione al Vinitaly di Verona (che comincia domani) e la vendemmia con il satellite è ormai a portata di mano. In Italia uno dei primi pionieri è Jacopo Biondi Santi, storica griffe del Brunello di Montalcino: “Sarà la ricerca spaziale, in un futuro prossimo, a permetterci di pilotare il lavoro nelle vigne, attraverso mappatture del territorio realizzati dai satelliti, che sono in grado di fornire informazioni dettagliate sullo stato del vigneto e del suolo in relazione al clima, oltre che sulle potenzialità di una determinata zona”.
Nella sua tenuta di 360 ettari del Castello di Montepò, una suggestiva fortezza nel cuore della Maremma, Jacopo Biondi Santi ha realizzato, assistito da tecnici uno studio computerizzato dei vigneti.

“Ho voluto fare uno screening globale – spiega - dalla composizione chimica dei suoli in ciascuno microzona all’inclinazione, all’esposizione, fino al numero di luce solare diretta che ogni porzione di territorio riceve nell’arco dell’anno. Il tutto completato da una mappa consuntiva che ci permette di identificare per ciascuna particella di territorio la preparazione ideale del terreno”. L’Agenzia Spaziale Europea, sta, intanto, predisponendo l’uso del satellite nella gestione dei vigneti, una tecnologia già utilizzata in California. Lo scenario prospettato dagli scienziati per il futuro è ancora più avveniristico: tra alcuni anni con le vendemmiatrici meccaniche collegate ai satelliti sarà possibile ricevere direttamente in cantina un quadro della vendemmia in tempo reale, metro per metro.

E investire in ricerca per il vino certamente conviene, così come conviene investire nel vino. L’esempio arriva ancora da casa Biondi Santi che, stando alle quotazioni delle aste internazionali, è la cantina a più alto indice di rendimento in Italia: la Riserva 1955 - unico vino del nostro Paese inserito tra i dodici migliori del Novecento nella classifica di “Wine Spectator”, la bibbia enologica degli Usa - si è rivalutata del 141,928% sul valore iniziale.

Dalle etichette miliardarie a quella nate dietro le sbarre: si chiamano “Quarto di luna”, le “Sette mandate” e “Fuggiasco” sono vini speciali perché vengono dal lavoro dei carcerati. A produrli sono i detenuti del carcere di Velletri, alle porte di Roma, che hanno costituito una piccola cooperativa attraverso la quale con il lavoro nella vigna e nei campi trovano una valida strada di reinserimento nella società. Le tre etichette sono una novità, appunto “sociale” del Vinitaly. E saranno disponibili a partire da metà aprile nei punti vendita Coop di Toscana, Lazio e Campania. “Acquistare queste bottiglie – spiega Carlo Barbieri, responsabile Coop Italia – significa non solo degustare ottimi vini, ma contribuire a ridare dignità di cittadini liberi a queste persone, offrendo loro, solidamente, una opportunità. Attraverso questi vini i consumatori investono su un valore sociale altissimo, racchiuso in una semplice bottiglia”. I nomi dei vini, prodotti con la supervisione dell’enologo Marcello Bizzoni, evocano in modo ironico e creativo il mondo dal quale provengono: lo Chardonnay si chiama “Quarto di luna”, ad immaginare un cielo notturno visto a riquadri dalle inferriate di una cella; il Sangiovese ha un nome ancora più esplicito “Le sette mandate come i giri di chiave dal secondino”; a completare la gamma, in novembre arriva il Rosso Novello “Fuggiasco”. Oggi nel carcere di Velletri si producono 25mila bottiglie all’anno, ma il potenziale potrebbe superare le 60 mila, e gli esperti, tra cui il maestro dell’enologia italiana Luigi Veronelli, hanno già espresso giudici entusiasti su questi vini in cerca di libertà.

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