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La Stampa

"il vino centrale nel made in Italya". Il Presidente della Repubblica ha ricevuto al Quirinale tecnici, produttori e giornalisti del settore. Ciampi: consorziarsi per affrontare i mercato ... Per la prima volta nella sua storia recente, e in un momento non facile, l’Italia del vino entra al Quirinale. Il presidente della Repubblica ha dato udienza venerdì, su richiesta di Assoenologi, ad una delegazione di tecnici, produttori e giornalisti in rappresentanza del settore che Carlo Azeglio Ciampi ha definito “un tassello centrale del made in Italy”. Al presidente degli enologi, Mario Consorte, che ha delineato luci ed ombre della situazione di mercato, Ciampi ha risposto con parole di serena fiducia, dando un’indicazione di percorso: “Il vino ha scritto una delle pagine più straordinarie dell’economia italiana - ha detto il presidente della Repubblica. Oggi si sente il rumore delle onde di nuove schiere di concorrenti, che si affacciano agguerriti sul mercato, mutuando spesso la loro immagine dai nostri prodotti e traendo beneficio da dimensioni d’impresa, che consentono loro di entrare nella grande distribuzione e nelle catene di alberghi e ristorazione, con offerta di buona qualità e blocchi di grandi quantità. Il mio consiglio è: consorziatevi tra voi per la commercializzazione del prodotto”. Un suggerimento pienamente condiviso dal leader di Confagricoltura, Augusto Bocchini, che il giorno precedente l’udienza al Quirinale aveva convocato gli “Stati generali del vino” della sua organizzazione. “Proviamo a fare un progetto comune, da approfondire anche con riflessioni tematiche specifiche - ha esortato Bocchini - ma nella consapevolezza che la riflessione deve comprendere politiche di settore a livello nazionale ed europeo, strategie di promozione e marketing, strumenti finanziari, assicurativi e fiscali”. Strumenti innovativi come assicurazioni all’export, con premi accessibili e un sistema misto pubblico-privato per selezionare i finanziamenti a chi va sui mercati esteri e, da solo, non ha la “massa critica” per fronteggiare i competitors d’Oltreoceano, a partire dagli australiani, arrivati per ultimi ma già primi su molti mercati.
L’Italia, attualmente, è al top della classifica per volume di esportazioni di vino nel mondo 23,7%, seguita dalla Francia con il 22,9% e dalla Spagna con il 16,8%. Tuttavia, in termini di valore è la Francia a far da padrona, avendo conquistato il 37% del mercato contro il 18% dell’Italia che perde così posti in classifica. Queste cifre, diffuse da Confagricoltura su elaborazione Ismea-Fao, non possono che far riflettere. A parlare della necessità di una fiscalità agevolata è stato il direttore generale di Confagricoltura, Vito Bianco, prendendo a esempio il modello irlandese: “Nonostante la politica fiscale abbia dato ossigeno al settore attraverso provvedimenti non punitivi ciò non è bastato a evitare un certo rallentamento della crescita”, ha spiegato Bianco, che ha poi sostenuto debba essere intrapresa e sostenuta una forte via negoziale affinché, all’interno del mercato Ue vengano ridimensionate le accise, misure di protezione che impediscono, in Paesi come la Svezia e la Gran Bretagna, la penetrazione commerciale del vino nonostante la crescente domanda, evidentemente in concorrenza con birra e altre bevande”. “Se saranno assicurate premesse valide i nostri imprenditori del vino sono pronti a cogliere qualsiasi sfida affrontando i nuovi mercati che presentano notevoli capacità di sviluppo – ha assicurato Augusto Bocchini – dovrà però essere loro data la possibilità di competere con tutte le armi a disposizione. Nessuna battaglia - ha concluso Bocchini - è più persa di quella che non viene combattuta”. Intanto, secondo l’Osservatorio permanente del Salone del Vino, manifestazione in calendario da domenica prossima al Lingotto di Torino, la tendenza di lungo periodo del calo dei consumi enologici si va esaurendo (nel primo semestre 2004 la contrazione è stata soltanto dello 0,1% contro il 7,2% del 2001), ma a segnare il rilancio non sono più i vini Doc o Docg, bensì quelli da tavola e gli Igt. “I consumatori - spiega il direttore dell’Osservatorio, Gian Primo Quagliano - hanno ridotto attorno ai 4,3 euro lo stanziamento medio per l’acquisto di una bottiglia valutando c on grande attenzione il rapporto qualità-prezzo”. Indicazioni indirettamente convalidate dalle parole pronunciate davanti al presidente della Repubblica, dal ministro alle politiche agricole, Gianni Alemanno: “Negli anni ’90 è stata vinta la sfida della qualità, oggi serve vincere la sfida del rapporto tra qualità e prezzo”.

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