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La Stampa

Rete di promozione per i vini della grande Europa. Si punta alle produzioni autoctone d’eccellenza con particolare attenzione alla qualità. Un progetto dell’Enoteca d’Italia rivolto alla Grecia e ai nuovi partner dell’Est … Un punto di forza dei Paesi dell’Est entrati nell’Unione Europea, così come di quelli che entreranno tra 2 annui (Bulgaria, Romania), è il settore agricolo, seppur da modernizzare. E’, quindi, logico pensare ad un’integrazione, in alcuni settori, tra le agricolture europee più avanzate e quelle dei nuovi partners. Un’area di notevole interesse potrebbe essere quello vinicolo ed è in questa direzione che va il progetto di una rete europea di enoteche e in quelle danubiane a vocazione e tradizione vinicola. Di questo progetto ideativi, di cui l’Enoteca d’Italia è lead partner, fanno parte Agenzia per il Patrimonio Culturale di Lecce, Vine Company di Modra (Slovacchia), Chamber of Arcadia (Peloponneso, Grecia), Association on Wine Makers di Cantorini (Grecia), Municipalità di Tsotili (Grecia), Municipalità di Filiatra (Grecia), Regione Western Macedonia (Grecia), Development Company di Magnesia (Grecia), Association for Regional Cooperation (Polonia), First Contact Point Centre for Entrepreneurs (Slovacchia).

“Il progetto - spiega Pierdomenico Garrone, presidente dell’Enoteca d’Italia - prevede di creare un network europeo nel campo della tutela e della valorizzazione dei prodotti della filiera vitivinicola. Si dovrebbe partire con uno studio delle peculiarità territoriali, con scambio di informazioni e con la formazione di personale qualificato, e con l’aggiornamento degli operatori”.

Il piano comprende la realizzazione di strutture permanenti locali che sarebbero preposte all’attività di promozione, diffusione e salvaguardia delle produzioni vitivinicole di eccellenza locali. Infine, si dovrebbe passare alla diffusione dei risultati e alla promozione delle attività, così come dei produttori e dei prodotti.

Gli obiettivi del progetto sono ambiziosi, ma sono anche di grande interesse per le regioni coinvolte. Si tratterebbe, infatti, di contribuire allo sviluppo delle aree rurali marginali, attraverso il recupero e la valorizzazione di tipicità, quali i vitigni autoctoni e le produzioni vinicole d’eccellenza, così come di promuovere uno sviluppo alternativo sostenibile, con una particolare attenzione alla qualità dei prodotti.

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