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La Stampa

La storia - Un bianco con il fascino del segreto. Nella lista di successi del famoso maestro del gusto si aggiunge un Alto Adige doc dedicato alla moglie. Si chiama «Leda» il nuovo vino firmato da Giancarlo Aneri ... Quattro anni per disegnare un gioiello da dedicare alla compagna di una vita. Un gioiello che Giancarlo Aneri, com’era costume dei grandi orafi, ha voluto rendere più ricco e unico con un segreto. L’ultima creazione di questo «maître à pensar» del gusto è un vino bianco, battezzato «Leda», dal nome della moglie, e che, in un mercato massicciamente votato ai rossi, si appresta a diventare un «cult» per appassionati. Ma averlo in cantina non sarà facile, perché Aneri, fedele alla sua filosofia di perfezionista ha deciso che le bottiglie da mettere sul mercato potranno oscillare tra le 20.000 previste per questo anno di produzione e le 50.000, che costituiranno il tetto massimo, da raggiungere nel 2007, traguardo del suo decennale, come creatore di vini in proprio. La storia di Giancarlo Aneri, prima della sua nuova vita tra vigneti e cantine, è persino troppo nota per essere raccontata: basta dire che ha portato la Ferrari di Trento a realizzare prodotti tali da surclassare lo Champagne e che ha fatto diventare il suo «E' Tri Caffè» una presenza costante nelle stanze del Quirinale, senza dimenticare un olio soave, conteso dai più raffinati ristoranti. Il ritorno al vino fu segnato da un Prosecco di Valdobbiadene, figlio di selezionatissime uve: «Una scelta meditata, per dar spazio alla mia passione, senza diventare un competitor del mio precedente lavoro», spiega Aneri.

Di qui, sulla via aperta da un successo che portò il suo capolavoro in bollicine sulle tavole di tutto il mondo, al passo successivo, con un Amarone dedicato alla figlia Stella e realizzato, nel suo debutto annata 1999, in 2.400 bottiglie, ma presto destinato, già nell’annata 2000, a diventare un dono prezioso per 25 capi di Stato e di Governo. Poi, ancora, i prodotti di un’alleanza con Gianni Locatelli, già direttore de Il Sole 24 Ore e della Rai, per produrre, alla Fattoria Le Reniere, un Chianti dei Colli Senesi, scelto per la cena di rappresentanza offerta dal premier Silvio Berlusconi al Presidente degli Stati Uniti George W. Bush.

Adesso la sfida del bianco. «Per me l’Alto Adige Doc è il massimo - spiega Giancarlo Aneri - ed è per questo che ho scelto come materia di un sogno e di un atto di amore». Basterebbe questo, ma a lui no: «Ho voluto andare oltre, inserire nel tessuto di questo vino il frutto di una ricca ricerca personale, quella che può nascere nella testa di un consumatore abituato a girare il mondo, e a fare paragoni». Insomma, nulla di scontato: «Ci ho messo quattro anni di prove in piccolo, cercando l’uva giusta per riempire quel 5% di mistero che restava tra un 51% di Pinot Bianco, un 23% di Chardonnay, un 14% di Sauvignon e un 7% di Muller Thurgau». Un segreto che Aneri, come conferma scherzando, non rivelerebbe nemmeno sotto tortura e che, probabilmente, neppure alla Cantina di Cornaiano-Appiano, a sette minuti di macchina da Bolzano e che funge da base operativa per la produzione, conoscono.

«Non parliamo di prezzi perché tutte le bottiglie sono già praticamente vendute e si troveranno solo nei ristoranti e negli hotel che ritengo validi per proporre un vino “Aneri al 100% - dice ancora il creatore di «Leda» - ma anche sul piano dei listini sono convinto di essere riuscito a dimostrare che si possono fare prodotti di nicchia senza toccare cifre iperboliche.

Intanto, quasi un segreto - il punto di maturazione doveva ancora avere l’ultimo ok», conferma Aneri - il debutto di «Leda» è avvenuto in occasione della consegna del Premio “E’ Giornalismo” Barbara Spinelli, era l’8 marzo, Festa della Donna giorno giusto per brindare ad un riconoscimento assegnato ad una donna con del vino dedicato ad una donna.

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