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La Stampa

Brandolini: Pochi problemi per chi ha lavorato con serietà... Con in tasca il prestigioso riconoscimento
dei «Tre bicchieri»
del Gambero Rosso-Slow food
assegnati nella nuova Guida
dei vini d'Italia al suo Merlot
Vistorta 2003, il conte Brandino
Brandolini d'Adda può permettersi
una punta di ironia e
sdrammatizzare un po’. «La
crisi - dice - ormai è diventata
una psicosi generale, in tutti i
settori».
Quindi, niente crisi, tutto
bene?
«No, c’è, non lo nego. Ma
bisogna anche aggiungere che
le aziende che negli anni passati
hanno svolto il loro lavoro
con serietà ora la sentono meno
».
Secondo quali parametri?
«Serietà e rigore nella produzione,
un giusto rapporto qualitàprezzo,
un corretto e adeguato
investimento nell’immagine».
La formula vincente quindi
è qualità e riconoscibilità?
«La gente cerca, e riconosce dei
marchi, delle zone: delle sicurezze,
in una parola. E quindi,
per un’azienda di successo avere
un marchio riconoscibile è
di importanza strategica».
Quanto pesa la concorrenza?
«Per fortuna la Cina, almeno in
questo settore, per ora non è
competitiva. Dobbiamo invece
temere l’Australia. Ma l’Italia
ha ottime carte da giocare,
grazie all’abbinamento con il
territorio e con i prodotti tipici,
con la gastronomia. Questo
sui mercati esteri, soprattutto
su quello statunitense,ha il suo
peso. E funziona».
Qual è invece il punto debole?
«Il problema di base del settore
vinicolo italiano sono le microaziende.
Restando all’Australia,
dove le grandi strutture
organizzate mettono in campo
risorse e mezzi, il pericolo
esiste.Mail limite può diventare
una risorsa».
In che modo?
«Con manifestazioni di alto
livello, come questo Salone ad
esempio, che promuovano un
messaggio di qualità e permettano
agli acquirenti di conoscere
e di apprezzare le realtà
produttive più qualificate» (arretrato del 30 ottobre 2005).

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