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La Stampa

Alleanze Vinitaly, Cibus, federvini e Uiv promuoveranno insieme i prodtti dell'enofood valley tricolore. Un network dell’export farà volare il vino italiano. Via alla tutela Usa-Europa su alcune denominazioni storiche ... Serviva una spallata? E’arrivata. Il vino italiano, d’ora in poi potrà contare su una macchina operativa rodata da anni di successi nel traghettare in massa le nostre etichette sui mercati stranieri, compresi quelli che parevano più difficili da conquistare. Ma non solo: su questa macchina vino e cibo made in Italy viaggeranno assieme, come è naturale che sia, per portare un messaggio di territorio e di cultura che dalla logica dell’onor di bandiera passi ad una forte volontà di business. Tutto questo si è concretizzato a Verona, dove, a meno di un mese dall’edizione del quarantennio di Vinitaly, è stato firmato un accordo, con quattro protagonisti, che porterà alla definizione di una vera e propria «EnofoodValley» tricolore con un peso decisivo sul mercato internazionale.
L’annuncio del patto strategico tra Veronafiere e Fiere di Parma, a cui aderiscono anche Federvini e Unione italiana vini è stato dato in contemporanea a quello di un’altra firma: quella definitiva sull’intesa bilaterale Usa-Ue sul vino, già definita nei mesi scorsi ed ora operativa a tutti gli effetti. Un via libera estremamente importante, dato che le esportazioni annue di vino dall’Unione Europea negli Stati Uniti valgono oltre due miliardi di euro e circa la metà di questa cifra viene fatturata dall’Italia. L’intesa prevede la tutela sul mercato Usa di 17 denominazioni vinicole comunitarie - fra cui i nostri Chianti e Marsala - attualmente utilizzate senza sanzioni dai produttori a stelle e strisce. In cambio nel territorio dell’Unione europea verranno commercializzati vini americani realizzati con pratiche enologiche tipo l'aggiunta di acqua fino al 7%, l'utilizzo di aromi e di trucioli di legno o sughero nella fase di elaborazione. Poi i consumatori decideranno che cosa mettere nel bicchiere, ma, dato il gradimento dei prodotti delle nostre cantine negli States e il livello di informazione degli enoappassionati europei, la linea della scelta dovrebbe essere già tracciata su entrambe le sponde dell’Atlantico. L’alleanza appena cementata a Verona fa, da parte sua, nascere una vera partnership per un sistema unitario per il marketing, la comunicazione e la promozione di vino e cibo italiani sui mercati internazionali. Le iniziative all'estero, nel 2006, riguarderanno India, Russia, Usa, Giappone e Cina.
«La Fiera di Verona è il primo organizzatore diretto italiano di rassegne espositive - ha detto il presidente, Luigi Castelletti - nel 2005 le sue iniziative sul territorio nazionale e all’estero sono state seguite da oltre un milione e 100 mila visitatori». Questo mentre Fiere di Parma mette in campo il prestigio di Cibus. I due organizzatori rappresentano il 60% dell'offerta fieristica del settore agroalimentare. Per l’area più strettamente vinicola la validità di questo network per aumentare efficienza e competitività attraverso lo sviluppo di servizi in ambito fieristico e il potenziamento della promozione sui mercati internazionali è stato sottolineato dal presidenti di Federvini, Piero Mastroberardino, e dell’Unione italiana vini, Andrea Sartori.
La sintesi è stata del Ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno: «Il vino è il paradigma del nostro sistema agroalimentare e il sistema agroalimentare mondiale deve assolutamente parlare italiano».
Reazioni dalla qualificata platea che ha assistito all’annuncio? Ecco quella di un «guru» della degustazione, Luca Maroni: «Un passo che porterà gran bene ai produttori, insostituibili motori intelligenti per la crescita e l’innovazione del sistema vino». Il commento di chi produce è invece quello di Isabella Spagnolo, titolare di un’azienda da 180.000 bottiglie di spumante l’anno, il 60% delle quali vendute all’estero: «Dobbiamo continuare ad alzare il livello e mantenerlo costante con un messaggio che solo l’Italia può trasmettere: quello della qualità certificata collegata al territorio e alla nostra grande tradizione».

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