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La Stampa

No pubblicità no party. Addio spot sugli alcolici ... E sulle bottiglie si leggerà: “Danneggia la salute”. Il giro di vite del Governo...
“Danneggia la salute”, “provoca 25 mila morti l’anno”. Dietro l’elegante etichetta di un pregiato Barolo d’annata potrete trovare anche questo avvertimento dal tono minaccioso. La proposta è del ministro per la Solidarietà Sociale Paolo Ferrero che, a dispetto del suo curriculum di “rifondarolo” doc, dopo l’annuncio si è visto anche etichettare come proibizionista.
Il ministro sta preparando un disegno di legge per porre limiti precisi alla pubblicità sugli alcolici. Il provvedimento verrà presentato nelle prossime settimane in Consiglio dei ministri. Se approvato, riguarderà vino, birra, whisky, e qualsiasi altra bevanda con contenuto alcolico superiore a 1,2 gradi percentuali. E prevederà regole ben precise per la pubblicità in televisione, sui giornali destinati ai giovani, nei locali per teenager e anche sulle etichette come avviene per i pacchetti di sigarette. La pubblicità - ha spiegato il ministro - deve diventare “meramente informativa, spiegando al consumatore le caratteristiche del prodotto e nulla più”.
La nuova battaglia di Ferrero è contro “le pubblicità che rappresentano il consumo di alcol come un mezzo per ottenere successo. Occorre rompere questo legame presente nell’immaginario giovanile ed estremamente dannoso per la salute dei ragazzi”.
- La strada da seguire - prosegue il ministro è “la prevenzione”, non è il proibizionismo “che non è servito per altri prodotti o sostanze illegali. Ferrero non si nasconde le difficoltà di una simile pro posta lanciata nel Paese del vino. Il ddl “farà sicuramente discutere, ma speriamo che alla discussione faccia seguito un ampio dibattito in tutto il Paese”. Infine, Ferrero lancia una stoccata al centrodestra che “ha accomunato tutte le sostanze stupefacenti”, ma “non è mai stato accertato che qualcuno sia morto per cannabis, mentre l’alcol provoca 25 mila morti l’anno”.
Il ministro incassa il via libera dall’Istituto Superiore di Sanità. “L’autoregolamentazione non funziona, ha fallito il suo obiettivo. Ben venga, dunque, il ddl del ministro Ferrero”, commenta Emanuele Scafato, direttore del centro Oms per la ricerca sull’alcol e dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità.
Ma piovono soprattutto critiche. Si ribellano produttori ed enti locali. “Va bene proibire la pubblicità per limitare gli eccessi di consumo di alcolici tra i giovani, ma il vino va tenuto fuori da questa campagna proibizionista, che rischia di trasformarsi in un’azione che danneggia le imprese e il territorio”, afferma l’associazione delle Città del Vino. La Coldiretti invita a non generalizzare: “Occorre distinguere l’abuso di alcol dal consumo ragionato di vino che in quantità moderate va sostenuto”.
Le perplessità non mancano anche nel centrosinistra. Per Silvana Mura; dell’Italia dei Valori “per i minorenni si deve fare molto di più”, ovvero il divieto di vendita e somministrazione di alcolici. E, secondo Donatella Poretti della Rosa nel Pugno, l’idea di Ferrero non è che un “nuovo e assurdo divieto che nulla farà per una concreta soluzione del problema”.
Il centrodestra non ci sta. Per Isabella Bertolini di Fi si tratta di “semplici palliativi”. Riccardo Pedrizzi di An: “Ferrero non ha capito che a dover essere contrastato, non è l’uso di alcool ma l’abuso. E invece, per quanto riguarda la droga, a fare male è il semplice uso”.
Bocciatura piena anche dall’associazione consumatori Aduc. “Inutile e dannosa” è il giudizio sulla proposta. Persino gli Alcolisti Anonimi reagiscono con “realistico pessimismo”. Maurizio M., presidente dell’associazione, sarebbe anche d’accordo con la proposta, ma ricorda che “provvedimenti così non sono mai passati” e “non passeranno mai”.

I numeri
25 mila - Le vittime in Italia
Secondo Oms, l’alcol causa un decesso su dieci
20% - Ubriachi il sabato sera
I dati Istat confermano l’abbassamento dell’età
48,8% - Gradimento aperitivi
La bevanda preferita dai giovanissimi


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