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La Stampa

“Sui prezzi non bisogna esagerare” ... Pio Cesare... Pio Boffa, 53 anni, guida la storica “Pio Cesare” di Alba, una delle aziende più note del Barolo. E’ tornato ieri da Vancouver: le Olimpiadi invernali del 2010 devono trovare i produttori pronti. Dunque non bastano più i tradizionali mercati Usa, Germania, Inghilterra a sostenere l’export?
“Per prodotti di punta e d’immagine come Barolo e Barbaresco, esportati al 70%, la politica di tutti i marchi importanti è di essere riconoscibili sui principali mercati, ma senza snobbare le nuove realtà anche se, a volte, ci ordinano solo poche casse”. Il riscaldamento del pianeta preoccupa un produttore di rossi importanti ma autunnali?
“Quest’anno, la vendemmia dei nebbioli sarà anticipata, ma non troppo. Diciamo verso la metà di settembre. Certo ricordo il 1979 con l’uva raccolta il 5 novembre nei filari innevati. Altri tempi. Ora fa più caldo e questo ci potrebbe aiutare a produrre vini con più colore, più corpo e meno tannini, ma senza forzature e assecondando sempre la capacità di adattamento della vite”.
La carta vincente del futuro?
“Quella di sempre: la nostra tipicità reale, che ci rende diversi in un mondo stanco dei soliti cabernet. Il Nebbiolo è unico e noi lo dobbiamo interpretare al meglio. Mi piacerebbe scoprissero anche il Dolcetto un altro bel vino nostrano che fatica ad uscire dai confini regionali. Ma per tutte le bottiglie dobbiamo tenere la barra dritta sui prezzi, senza esagerare mai: con l’euro pesante non si scherza”.

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