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La Stampa

Vino, si brinda con l’ecologia ... C’è chi è disposto a spendere 500 euro a bottiglia: ma senza cura del territorio non esiste qualità... Vinitaly, ovvero la coscienza del vino. Da oggi, a Verona, si tasterà il polso dell’ecologia in cantina, un patto etico con il variegato mondo del “wine people” alla luce di un dato significativo: il 75,5% dei due milioni di super appassionati pronti a spendere anche 500 euro per una bottiglia è sensibile alle tematiche ambientali e tra loro nove su dieci sono convinti che “non può esistere un vino di qualità senza un territorio curato e protetto”. A dirlo è uno studio di Veronafiere, commissionato appositamente per la maggior manifestazione di riferimento del settore, con 4.300 aziende che aprono i loro stand su 87 mila metri quadrati di esposizione e che, da stamane a lunedì prossimo, saranno visitati da almeno 150.000 persone.

La nuova “mission” ecologica del vino parte dai tappi sprecati, un miliardo all’anno solo in Italia. A Verona, seguendo la filosofia del riciclo, partirà la più grande iniziativa mai messa in campo per sensibilizzare il pubblico alla raccolta dei turaccioli usati, la cui produzione è allo stremo come gli alberi da sughero. Ma l’ecologically correct si applica alla struttura stessa delle cantine, sempre più costruite secondo i dettami della bioarchitettura e con tanto di certificazione ambientale: “Nella nostra azienda - spiega Michele Bernetti, titolare della marchigiana Umani Ronchi - stiamo realizzando un progetto per la sostenibilità che parte dai vigneti, coltivati con tecniche biologiche, per andare al riciclaggio delle acque, al fotovoltaico, alla riduzione di ogni tipo di emissione”. Una filosofia in cui anche i sottoprodotti della vinificazione hanno un posto preciso: dall’uso delle vinacce e dei vinaccioli per prodotti cosmetici e oli alimentari, a quello dei raspi per produrre biomasse, come accade alla Tenuta Valdipiatta di Miriam Caporali, che rientra nel progetto per la produzione di energia verde varato dal Consorzio del Nobile di Montepulciano. Insomma dell’uva non si butta davvero nulla, soprattutto nella vitivinicoltura biodinamica, che usa metodi soft e naturali ed è in costante crescita di favori tra produttori ed enoappasionati. “Ma attenzione - avverte Cosimo Maria Masini con vigne e cantina a San Miniato - bisogna far barriera contro i furbetti di turno, che cercano di mistificare una filosofia di successo”.

Già, i “furbetti”, come quelli che hanno messo a punto le etichette ingannevoli in arrivo nell’Unione europea con la riforma di mercato del vino, che allarga le maglie delle denominazioni da proteggere, rischiando di provocare grosse confusioni su nomi celebri tipo Vernaccia, Proseceo, Sagrantino, Montepulciano. A raccoglierle per metterle in mostra al Vinitaly è la Coldiretti, che presenta anche la prima bottiglia con le avvertenze di sicurezza anti-incidenti stradali. Un problema gravissimo per la coscienza del vino, sottolineato dal programma europeo “Wine in moderation-Art de vivre”, a cui ha aderito la Confederazione italiana agricoltori, mentre il suo presidente, Giuseppe Politi, lancia uno slogan: “Per il vino sì alla cultura delle responsabilità, no alle demonizzazioni”.

E la cultura, oggi, non può prescindere dalle tecnologie, così BlackBerry presenta a Verona un “sommelier personale” palmare che consente di avere informazioni sui vini, prezzi, disponibilità di cantina, effettuare l’acquisto in tempo reale e la spedizione in tutto il mondo semplicemente indicando il tipo di vino, o la regione di provenienza o il nome del produttore.

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