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La Stampa

Le due Italie del vino. L’eccellenza solo nel Sud ... Le previsioni di Assoenologi per il 2008... Le condizioni climatiche “bizzarre” hanno portato ad una vendemmia a due velocità. Al Nord la produzione è in calo. Diminuisce la quantità prodotta anche se la “qualità e complessivamente buona”. Ci sono “punte di ottimo soprattutto per i vini bianchi e le uve base spumanti” ma si può parlare di “una vendemmia a macchia di leopardo dove nella stessa regione il buono si scontra con il medio e l’ottimo con il mediocre”. Sono i vigneti del Centro- Sud a fare la differenza e a permettere all’Italia di superare la Francia e di tornare così primo Paese produttore. Nel regioni centrali e soprattutto in quelle del Mezzogiorno (ad esclusione della Sardegna) la produzione è in aumento, con punte record in Sicilia. E’ al Sud, soprattutto, che si concentrano “le poche punte di eccellenza”, quelle che potremmo classificare come Cinque stelle.

Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, commenta così le prime stime sui risultati della vendemmia del 2008 elaborate dall’associazione di categoria dei tecnici
del settore vitivinieolo. Se le previsioni risulteranno corrette la produzione di vini e mosti sarà superiore dell’7 per cento a quella dell’anno scorso, cioè 46 milioni di ettolitri. Commenta Martelli: “Siamo decisamente lontani dalle media produttive di 59,2 milioni di ettolitri degli anni 1988/1997 e di 50,6 di ettolitri del decennio 1998/2007. Dopo 10 anni, però, l’Italia torna ad essere il primo Paese produttore di vino al mondo, superando la Francia”.

Come detto dal punto di vista della qualità il 2008 si presenta come “più che buona”. Resta da capire che cosa succederà dei “rossi”. Secondo Martelli “tutto dipenderà dall’andamento climatico di settembre che, se decorrerà nel modo più opportuno (il pieno della vendemmia avverrà nella seconda mese), giornate ricche di sole, scarse di pioggia e con buone escursioni termiche notturne, potranno raggiungere livelli assai interessanti”.

Per quanto riguarda i prezzi la “tendenza - finora è stato vendemmiato poco più deI 20% della produzione - punta verso leggeri incrementi rispetto al 2006 e quindi a decrementi anche sensibili sui prezzi spuntati nello stesso periodo del 2007”. Per le tipologie particolarmente richieste dal mercato i primi contratti all’ingrosso mettono invece in luce un incremento medio del 10% a seconda del prodotto, della zona e della qualità. Nel Lazio, in Abruzzo e in Sicilia si riscontrano i deprezzamenti più alti con punte anche del 20% e 30% in meno.

Con questi numeri il successo futuro della viticoltura italiana “si giocherà sulla capacità di individuare, costruire o conquistare sempre maggiori spazi all’estero”. Secondo Martelli, infatti, “è difficile pensare ad un sensibile incremento dei consumi interni”. E i dati dell’export dei primi quattro mesi del 2008 sembrano dargli ragione: il valore dell’export cresce del 9% mentre diminuisce la quantità di vino esportato. Insomma “mandiamo all’estero meno vino ma guadagniamo di più perché escono dall’Italia vini di maggiore qualità, immagine e valore aggiunto”. Una tesi avvalorata anche dal prezzo al litro del vino esportato che passa da 1,75 a 2,05 euro/litro, un livello medio mai raggiunto prima d’oggi.

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