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La Stampa

Meglio avvertire se c’è un additivo che enumerare dati nutrizionali ... Il vino come le sigarette? Nuoce gravemente alla salute! Il principale imputato della piaga dell’alcolismo pare che sia il nettare di Bacco. Tutto questo se si considerano le politiche che stanno per essere intraprese a livello europeo, con il pacchetto vino che viene tolto alla Commissione Agricoltura per passare a quella della Salute. Ma i produttori di qualità, che da anni si stanno mobilitando per favorire un consumo consapevole delle loro etichette, si chiedono se davvero i giovani rischiano la loro vita a causa di un certo tipo di produzione di qualità oppure se lo sballo del sabato sera sia una questione di cocktail e di superalcolici, che in discoteca scorrono a fiumi. Difficile pensare a diciottenni che si ubriacano a forza di Barolo o Brunello. La questione per è presa molto sul serio dai vignaioli, tanto che a livello europeo si sono mobilitati per preparare un dossier sul consumo moderato e consapevole del vino di qualità. Altra novità che sconvolgerà il mondo del vino è l’indicazione in controetichetta dei valori nutrizionali. Il consumatore ha davvero bisogno di conoscere calorie, proteine, grassi e vitamine di un Verdicchio dei Castelli di Jesi? Facendo così il vino è equiparato a un qualsiasi prodotto alimentare di tipo industriale. Non sarebbe più utile essere informati sui possibili ingredienti contenuti in una bottiglia? E’ inutile nascondersi dietro un dito, da anni è lecito e previsto dalla legge aggiungere un gran numero di additivi: dalla gomma arabica all’acido ascorbico, dagli enzimi ai tannini. Per ora è obbligatorio indicare solo la presenza di anidride solforosa, che praticamente tutti i vini contengono, perché è il mosto stesso a produrla. Tutte queste novità di ordine salutistico sembrano rispondere a una manovra tesa a rendere sempre più complicata la vita dei piccoli produttori, che si vedono obbligati a compiere costose analisi di laboratorio e a cambiare con frequenza le proprie etichette. Al contrario, gli industriali e i commercianti che realizzano migliaia di bottiglie dello stesso prodotto avranno costi molto più bassi per ciascuna tipologia immessa sul mercato. Alla fine chi pagherà il conto? I consumatori, ovviamente, che in cambio per potranno sapere quante calorie ha un Vin Santo artigianale.

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