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La Stampa

A Pechino, Shanghai e Macao aumento record di consumi ... Più Cina nel futuro dei vini con passaporto tricolore... La Cina si conferma terra di conquista per il vino italiano. A Pechino, Shanghai e Macao - dove si è svolto il recente tour asiatico organizzato da Veronafiere che sotto il marchio Vinitaly ha portato nel più grande Paese asiatico 100 aziende della vitivinicoltura tricolore - si concentra infatti il più alto tasso di crescita del consumo divino nel globo (a Pechino il consumo è cresciuto del 50% solo nel 2007) e dove si stima che fino al 2013 crescerà del 13% l’anno. Nonostante la sua immaturità, il mercato del vino in Cina è già tra i primi al mondo e, secondo le stime del China Council for the Promotion of International Trade, nel 2011 saranno oltre un miliardo le bottiglie consumate nel colosso d’oriente. A migliorare la posizione del vino italiano ha contribuito, certamente, l’azzeramento dei dazi sul vino di Hong Kong e Macao che si traduce per il consumatore in una diminuzione del costo finale del 20-30%. Così, se una bottiglia del valore iniziale di 10 dollari veniva venduta al dettaglio a 31 dollari, ora, senza alcun dazio, costerà meno di 23 dollari. Grazie a questa nuova politica economica di apertura verso i mercati esteri salo nei primi 5 mesi del 2008 la Cina ha importato circa 850.000 ettolitri di vino con un incremento del 10,3% rispetto allo stesso periodo del 2007, segnando un significativo aumento anche in termini di valore pari al 49%, pari a un totale di 310 milioni di dollari.

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