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La Stampa

Rotonde e traffico l’incubo di Oscar ... Farinetti: “E’ l’unica cosa che non mi piace di Torino”... Palazzo Civico e l’amico Chiamparino si mettano l’animo in pace: Oscar Farinetti, il deus ex machina di Eataly, non ha interesse per l’ex-stabilimento “Borello e Maffiotto” che sorge poco distante dalla sua creatura nata nell’ex-stabilimento Carpano.
Girava voce che, andata deserta l’asta indetta dal Comune, sarebbe arrivato lei per portarsi via una “bala’d fum” l’edificio dove raddoppiare il successo di Eataly. Invece?
“Invece no, Eataly va bene così com’è”.
E il 26 gennaio compirà due anni: sempre contento dei torinesi e Torino?
“Si e credo dobbiate smetterla di cercare con il lanternino le negatività di una città che non è piccola ma grande il giusto, è innovativa quanto basta, che ha saputo inventare di tutto e che oggi non è più industrialmente monotematica”.
Va bene, ricominciamo. Osservandoci con occhi vergini, da forestiero, avrà colto qualche difetto, ci aiuti a superarlo..
“E’ vero, vivo a Novello nelle Langhe dove sto come un puciu, e ogni giorno mi devo sobbarcare un bel po’ di chilometri per venire a Torino; quando sono in vista della meta incomincio a pensare con terrore a quanta coda dovrò affrontare per colpa di quella maledetta rotonda di corso Maroncelli: non capisco come non si riesca a risolvere il problema”.
Ha visto che che qualcosa che non va l’abbiamo trovata. Continuiamo...

“Ho il pallino del Palazzo del Lavoro. E’ lì abbandonato e ho suggerito al sindaco di utilizzarlo per creare il più bel parcheggio del mondo da cui partano veicoli elettrici destinati verso i luoghi di attrazione della città, dall’Egizio alla Venaria e perchè no? a Eataly”.
Invece sa che cosa ci faranno?
“Credo l’ennesimo centro commerciale, che delusione”.
Tenuto conto del suo fiuto negli affari il sindaco cosa le ha risposto?
“Non mi ha risposto”.
Le piace Chiamparino?
“Molto è una persona pratica come me. Ho una grande ammirazione per i sindaci, siano di destra o di sinistra perchè sono persone che si misurano con i problemi e lì l’ideologia conta poco”.
Cosa vuol dire?
“Che l’altro giorno io, figlio di un comandante partigiano, ero da Alemanno per discutere di una calata nella Capitale di Eataly e mi sono trovato bene”.
Ogni giorno c’è una sua pagina pubblicitaria sul giornale: che strategia è?
“Il lettore del giornale è quello che si avvicina più al nostro target: abbastanza colto, intelligente e curioso da comprare, aprire e leggere un quotidiano. Chi si trova un volantino tra le mani lo getta. La nostra non è pubblicità, è un dialogo che ora, con Giunti Editore, diventerà anche un libro con le migliori 120 pagine”.
Una strategia costosetta.
“L’unica, comunque commisurata al nostro fatturato”.
Qual’ è il prodotto di Eatly che va meglio?
“Il pane, c’è gente che credo faccia la spesa per il condominio pere se ne va con 8-10 chili”.
Chissà con questa crisi che disastro per Eataly?
“Al contrario, il cibo rappresenta meno del 20% della spesa generale delle famiglie che se vogliono risparmiare hanno mille altre possibilità, dalla scarpa di marca al capo firmato o al telefonino: sa quanto le costa questa telefonata per intervistarmi?”

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