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La Stampa

Non piace la riforma del vino ... I produttori: “Follia burocratica aziende a rischio di bancarotta ...
La prima bozza di decreto legge del ministro delle Politiche Agricole che deve recepire le regole fissate dalla nuova organizzazione comune di mercato sul sistema di controllo dei vini Igt (diventeranno Igp) non piace a produttori e associazioni che denunciano il rischio di paralisi del settore perché la “norma di fatto riduce la flessibilità dei nostri vini Igt”, spiega il direttore di Federvini, Ottavio Cagiano. Il D-Day dovrebbe scattare il 1 agosto anche se il Comitato nazionale vini si augura che “tutto rimanga immutato fino a regime”.

Il futuro è legato ai regolamenti applicati e alle ipotesi nazionali. Il mondo dei produttori invoca una “profonda revisione del decreto legge e una riduzione delle procedure e dei costi a carico delle imprese”. Si sta anche valutando la possibilità di azioni clamorose perché non si “può obbligare la filiera alla bancarotta pur di mettere in piedi sistemi di pura follia burocratica”.
La nuova Ocm vino modificherà radicalmente il settore.

Giuseppe Martelli, presidente del Comitato nazionale vini, illustrando la riforma alla Camera di Commercio di Asti, ha sottolineato la necessità di “riunire le forze per vincere le sfide” augurandosi che per quanto riguarda le Igt tutto venga rinviato di un anno. La prima sfida è rappresentata dalle nuove procedure per il riconoscimento o la variazione di una Dop o Igp. La domanda dovrà essere presentata dal ministero dello Stato membro che deve esprimere un parere e poi inviare la documentazione a Bruxelles. Sarà l’Ue a decidere se registrare o rigettare la richiesta. La domanda potrà essere presentata da qualunque associazione di produttori e in casi eccezionali anche da singoli produttori.

La seconda sfida da vincere è quella legata alla scomparsa del “vino da tavola”, nel senso che resterà solo una generica indicazione di vino. Per questi vini è possibile indicare il vitigno e/o l’annata di produzione “ma lo Stato membro deve dimostrare un sistema di controlli per garantire la veridicità della varietà e dell’annata di produzione”, spiega Martelli.

Cambia anche il concetto di protezione: “L’Ue è considerata un unico Stato e deve proteggere le denominazioni inserite nel registro europeo delle Doc e delle Igp”. I controlli saranno svolti da un’autorità nazionale (Icq) che a Sua volta potrà delegare i compiti a degli organismi di controllo terzi.

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