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La Stampa

Vendemmia 2009. Prezzi in calo del 20% ... Produzione stabile sull’anno passato a 46,3 milioni di ettolitri... Le stime di Assoenologi. Qualità più che buona con punte di eccellenza... La vendemmia 2009 sembra consegnare alla storia una nazione divisa a metà. Una separazione che non è dettata da ideologie politiche ma dalle condizioni climatiche. Sole, pioggia e tasso di umidità hanno determinato due Italie. A separarle gli Appennini. “La parte occidentale, quella tirrenica, manifesta incrementi di produzione abbastanza omogenei dal 5 al 10% in più, mentre la parte orientale (adriatica) decrementi altrettanto omogenei”, spiega Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi. C’è un fattore che unisce l’Italia del vino: la caduta dei prezzi. Martelli calcola un taglio medio del 15/20 per cento nonostante “il tentativo dei produttori di strappare gli stessi prezzi del 2008”. Più pessimista Emilio Pedron, amministratore delegato del Gruppo Italiani Vini, che a WineNews spiega che ci potrebbero essere “tagli fino al 50 per cento”. L’analisi di Martelli mette in evidenza come ad oggi la domanda stia premiando maggiormente i bianchi rispetto ai rossi. Pedron aggiunge: “Di solito si sono pagate di più le uve che non il vino finito. Quest’anno, invece, sta accadendo l’opposto, e questo denota la difficoltà e il pessimismo con cui gli operatori stanno affrontando il difficile momento”. Prezzi a parte, la vendemmia 2009 sembra caratterizzarsi per una produzione sui livelli dell’anno scorso, circa 46,3 milioni di ettolitri. Secondo le stime di Assoenologi gli incrementi maggiori si sono registrati in Piemonte, Campania e Sardegna, mentre le regioni meno produttive sono Marche, Abruzzo e Puglia. Il Veneto si conferma per il terzo anno consecutivo la regione più produttiva. Spiega Martelli: “Al 28 agosto la qualità è comunque più che buona con diverse punte di ottimo”. E se il mese di settembre non farà scherzi dal punto di vista climatico “si potranno raggiungere livelli qualitativi decisamente interessanti”. Assoenologi sottolinea “l’ottimo livello” della produzione piemontese delle Docg. Per Barolo, Barbaresco, Ghemme e Gattinara (le uve saranno raccolte fra un mesetto) “i ricontri analitici danno potenzialità interessanti”. I vini Franciacorta della Lombardia sono fra il buono e l’ottimo. In Trentino la tendenza è verso l’alta qualità mentre in Veneto la produzione di Prosecco è afflitta dal “mal d’esca”. Dal Friuli possono arrivare vini ai massimi livelli. In Toscana si attende di partire con la vendemmia ma secondo Stefano Cinelli Colombini, titolare della Fattoria dei Barbi “dai nostri controlli sul Sangiovese a Montalcino si prospetta un potenziale molto elevato”. E poi a scendere: in Puglia dove il pesante calo del prezzo delle uve sta dando qualche preoccupazione, Assoenologi prevede “un’ottima vendemmia”. Per la Sicilia si prospetta “una qualità complessiva degna di considerazione”. Notizie positive anche dalla Sardegna. Resta un problema: “I segnali dei mercati non sono confortanti, ma non bisogna neppure esagerare con il pessimismo. Il vino italiano - conclude Martelli - in tutto il mondo piace, anche se ovviamente dall’America, all’Asia, all’Europa, tutti stanno molto più attenti al prezzo”.

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