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La Stampa

Sostiene Slow Food ... Nel 2010 un vino meno torbido... Come sarà ricordato il 2009 vinicolo? I
pessimisti non si dimenticheranno della terribile crisi che ha investito il settore con i prezzi delle uve e del vino sfuso caduti in picchiata, mettendo sul lastrico centinaia di viticoltori e di vignaioli. Una crisi che probabilmente segnerà un prima e un dopo, con il rischio che l’agricoltura perda la sua centralità nella produzione del vino. Se gli industriali e i commercianti si sfidano a suon di ribassi, i contadini non ricevono più una remunerazione sufficiente per la coltivazione delle viti e tanti decideranno di abbandonare il loro mestiere, magari approfittando degli incentivi all’espianto varati dalla nuova Ocm. Sarebbe auspicabile che l’Italia perda ettari vitati in quelle zone dove fare qualità è un miraggio, ma molti attenti osservatori si attendono che invece saranno le zone montane o in forte pendenza a pagare il dazio più salato. Per non parlare di sistemi di allevamento poco meccanizzabili, ma molto utili in condizioni climatiche estreme, come la pergola bassa nelle Cinque Terre o a Morgex, oppure l’alberello a Pantelleria, sull’Etna e in Salento. Se il futuro richiederà una sempre maggiore industrializzazione delle campagne, allora taluni territori e alcune tecniche tradizionali avranno il destino segnato. Ma il 2009 ci ha riservato anche una coda velenosa di polemiche e di scandali grazie alla recentissima inchiesta sul Chianti. Tutti i protagonisti del mondo del vino si auguravano che episodi del genere non colpissero più le nostre denominazioni, mettendo a dura prova la fiducia di consumatori troppo spesso confusi da messaggi pubblicitari che promettono artigianalità e naturalità e poi nascondono sofisticazioni e bieca industrializzazione del comparto vinicolo. Ma vogliamo chiudere questo anno così difficile con un filo di speranza ricordando l’energia e la coesione che ha animato i vignaioli durante l’evento dicembrino di Vignerons d’Europe. Il manifesto redatto come atto conclusivo del raduno toscano rappresenta una ventata di freschezza e di ottimismo, con dichiarazioni di intenti precise, misurate e realistiche. Una delle frasi che dovrebbe diventare il motto del 2010 vinoso è quella che recita: “Il vignaiolo pratica la trasparenza: dice quello che fa e fa quello che dice”.

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