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La Stampa

Nella culla del Barolo... Conterno: un tesoro ma non per gli avidi … Aldo Conterno, 79 anni, grande barolista a cui Wine Spectator ha appena dedicato cinque pagine con il titolo “II leone della Bussia”, non ricorda quasi più quante vendemmie ha sulle spalle. “Mio padre mi diceva che ero nato sotto una botte. Ci ho creduto fino a quando ho iniziato ad andare in vigna”. Il suo giudizio sul 2010? “Una vendemmia anomala, ma che ha riservato grandi soddisfazioni a chi è stato rigoroso. Noi faremo solo il 40% della produzione. Il nebbiolo è straordinario e darà un grande Barolo. Solo con la qualità si può vincere il mercato”. La sua ricetta contro la crisi è drastica: “Estirpare il 50% dei vigneti e ridurre il numero delle cantine”. In pochi anni, la produzione del Barolo è passata da 6 a 12 milioni di bottiglie. “Il problema è tutto qui: hanno consentito di piantare nebbiolo dove un tempo c’erano i salici. C’è chi ha comprato i diritti di reimpianto in Sicilia per fare nuove vigne a Monforte, in posizioni sbagliate. Il consumatore, di fronte a bottiglie dalla qualità così differente, non capisce, rimane disorientato. Abbiamo tra le mani un tesoro, un vino che non teme confronti nel mondo. E’ triste vedere che rischiamo di perderlo per avidità ed egoismo”. Imporre una riduzione delle rese sarebbe d’aiuto? “Non credo: se si riduce la resa di un vigneto che non vale niente, continua a non valere niente”.

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