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La Stampa

…Il made in Italy viene dall’estero… Inchiesta della Coldiretti al forum internazionale di Cernobbio: “Segnali preoccupanti”… Prosciutti e pomodori: un prodotto su 3 ha materia prima importata… C’è una zona nera: dieci milioni di confezioni alimentari sequestrate e ritirate dal commercio nei primi sei mesi del 2010 da parte dei Nas dei Carabinieri. Il 40% in più del 2009. E c’è una zona grigia dove “grazie ad una legislazione ambigua che permette di etichettare come made in Italy materie prime agricole importate dall’estero si creano ampi spazi di opacità che favoriscono l’illegalità”, spiega il presidente nazionale della Coldiretti, Sergio Marini. Una situazione che crea anche allarme sociale: “Per sei italiani su dieci - continua Marini - le frodi alimentari sono più temute di quelle finanziarie”. E’ in questo contesto che il procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, lancia la sua proposta: “Serve una procura nazionale anti-frode che, sul modello di quella francese, difenda i cittadini dai reati alimentari e di quelli collegati alla salute”. Al decimo forum internazionale della Coldiretti Guariniello sottolinea come in Italia ci siano procure specializzate in questi reati e altre no e dell’esistenza “di una frammentazione delle inchieste che impedisce di analizzare in un quadro uniforme e generale questo tipo di reati”. E soprattutto è necessario “un processo breve per evitare che per questi reati prevalga un senso di impunità”. E il rischio c’è. Ed è legato soprattutto all’allargarsi di quella che Gian Maria Fara, presidente di Eurispes, chiama zona grigia, un’area cioè dove non “ci sono comportamenti criminali ma dove aggirando la legge si fanno affari d’oro”. Coldiretti parla di “segnali preoccupanti” che arrivano da alcuni dati sulle importazioni registrati dall’ufficio dogane. “La provincia di Cuneo - denuncia il presidente Marini, presidente nazionale - assorbe da sola il 94,5% delle importazioni di vino che arrivano soprattutto dagli Stati Uniti e, marginalmente dal Sudafrica e dal Cile”. In tutto 70,5 mila tonnellate. E poi carne suina di provenienza cilena che finisce alle province di Milano e Modena (“dove come è noto si confezionano prosciutti italiani”) e pomodori preparati e concentrati nella provincia di Salerno. E’ il dato sulle importazioni di vino nel Cuneese che preoccupa Coldiretti. Bruno Rivarossa, direttore dell’organizzazione in Piemonte, ha ordinato una verifica urgente. Il risultato? “Abbiamo accertato che le uve vengono importate da due imbottigliatori la Diageo e la Mgm che poi commercializzano il prodotto in Italia e nei circuiti internazionali e lo incartano di italianità”. I Coldiretti cuneesi Marcello Gatto e Federico Vacca, attaccano: “Pur trattandosi di un’operazione economica legale si crea una situazione di concorrenza sleale ai nostri vini sia in termini di qualità che di prezzo”. E Rivarossa aggiunge: “Invitiamo le autorità di controllo a verificare che non siano presenti speculazioni perché oltre alla concorrenza sleale saremmo in presenza di una truffa commerciale”. Si vedrà. Al forum di Cernobbio il ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan, ha promesso di “lanciare un’eccezionale campagna di lotta alla contraffazione” e ha spiegato che lavorerà per arrivare alla fine della frammentazione delle competenze in tema di sicurezza alimentare fra i vari ministeri.

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