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La Stampa

Etichetta di origine lo stop di Bruxelles non frena Galan … Il ministro insiste. De Castro:”serve l’accordo con l’Ue”… I fatti hanno dato ragione all’ex ministro Paolo De Castro che dai banchi dell’Europarlamento, aveva suggerito di affidare il bandolo del dossier all’Europa, “l’unico
oggetto politico in grado di disciplinare in materia di etichettatura”. Il governo è andato avanti lo stesso, certo la bontà del progetto e la circostanza che l’Ue stesse lavorando a una normativa del tutto simile, potesse evitare ogni contenzioso. E’ finita diversamente, con le proteste della Commissione Ue che giudica il provvedimento “inopportuno”. Inevitabile. I trattati sono i trattati e le regole vanno rispettate anche se stanno per cambiare. Il ministro Galan l’ha presa con filosofia. Sa bene che la norma è molto attesa dall’industria alimentare italiana. Una volta in vigore, consentirà di dare un’informazione completa sull’origine dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole, servirà a garantire la qualità, anche se potrebbe dare luogo a qualche sorpresa, ad esempio sulla nazionalità del latte utilizzato dai grandi gruppi caseari o del grano con cui si fa la pasta (ne produciamo la metà di quello che viene utilizzato). “Siamo due anni all’avanguardia”, aveva precisato l’ex governatore veneto. Vero, anche se l’Europa non l’ha considerato un merito.
I commissari Dalli (Salute) e Ciolos (Agricoltura) temono che la legge italiana possa perturbare il dibattito normativo europeo. Bruxelles vuole arrivare all’etichetta di origine, ma non tutti gli stati sono d’accordo. E’ una trattativa difficile che l’esecutivo comunitario vorrebbe non vedere inquinata da fattori esterni, soprattutto in un momento in cui le tensioni fra i Ventisette sono facili da essere stimolate. Ne consegue che la posizione di Galan è in parte conciliante. “Nulla sarà fatto se non in un costante rapporto con le istituzioni comunitarie”, promette il ministro. Eppure, aggiunge, “non possiamo fermarci di fronte a ostacoli che attualmente non vedo, volti a danneggiare i nostri importantissimi interessi economici e con questi anche la salute dei consumatori”. L’intenzione è di partire “con le filiere dei salumi e dei lattiero-caseari” e di comunicare le scelte passo-passo a Bruxelles. L’intero provvedimento sarà notificato in tempi brevi. La Commissione ne esaminerà opportunità e compatibilità con le leggi Ue. Si rischia in teoria una mossa in mora che i più giudicano al momento improbabile. Il dibattito italiano si muove di conseguenza. Federalimentare sta con la Commissione, vuole regole europee. Coldiretti si schiera con Galan e invita ad “applicare, e subito, la legge sull’etichettatura, anche a costo di aprire un contenzioso con 1’Ue” posizione decisamente diseducativa. Anche Confagricoltura ha sempre sostenuto che la strada da seguire debba essere quella della normativa europea. Invita a non mollare, il presidente della Commissione agricoltura dell’Europar1mento, De Castro: “E’ una legge su cui siamo tutti d’accordo - assicura -. L’Ue sta lavorando sulla materia. Il governo (e soprattutto il ministro Fazio) deve sostenere la linea in Consiglio a Bruxelles perché si arrivi a un accordo sulla proposta già disegnata dal Parlamento, proposta che va bene. In tal caso, non ci sarebbero problemi, visto che si parla chiaramente di prodotti freschi e monoingrediente”.

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