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La Stampa

Le denominazioni aprono la porta ai prodotti d’Oriente ... altra faccia della Cina è quella che punta a conquistare il mercato italiano ed europeo con la qualità. Alla fine di marzo, infatti, con tutta probabilità nel registro europeo delle Denominazione d’origine protetta o di Indicazione Geografica Protetta saranno iscritti cinque prodotti cinesi. Tre di loro potrebbero entrare in concorrenza diretta con il made in Italy. Eccoli. C’è la Mela Shaanxi Ping Puo che, data la capacità di essere immagazzinata e trasportata senza particolari accorgimenti, è molto adatta al commercio internazionale. C’è il Guanxi Mi You (il pomelo, uno dei tre progenitori di tutti gli agrumi), che potrebbe essere utilizzato nella produzione di succhi al posto dell’arancia e del limone. E poi c’è il Lixian Ma Shan Yao che potrebbe essere usato dall’industria alimentare per sostituire le patate. Ma l’Ue potrebbe riconoscere anche il Longjing cha, il tè verde o lo Zhenjiang Xiang Cu, aceto di riso fermentato. Cinque prodotti che si aggiungono ai Vermicelli Longkou Fen Si che hanno già ottenuto il riconoscimento Igp. Secondo Confagricoltura “l’allargamento del sistema delle denominazioni e l’apertura ai Paesi extra Ue rappresenta indubbiamente un fatto importante, anche per la tutela dei nostri prodotti anche se siamo ancora lontani dall’obiettivo finale rappresentato dal recepimento del sistema delle denominazioni d’origine in sede Wto, in modo da ottenere un riconoscimento esteso a livello globale dei marchi di garanzia europei”. Di fatto, una concorrenza asimmetrica. Secondo l’organizzazione guidata da Federico Vecchioni, infatti, “la Cina è pronta a rivoluzionare anche il concetto di produzione di qualità. Questi prodotti, infatti, sono coltivati in quantità tali da consentire, senza alcun problema, l’invasione di qualsiasi mercato e la totale sostituzione a produzioni di nicchia”. Per i prodotti europei, c’è il rischio di una doppia concorrenza che tiene insieme qualità e quantità. E la Cina è tutta intenzionata a vincere questa sfida per entrare nel paniere delle denominazioni di qualità a marchio comunitario.

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