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La Stampa

La crisi in Africa arriva sulle tavole ... Un rallentamento o un blocco degli scambi ha ricadute diverse nelle nostre regioni. Se da quell’area arriva meno pomodoro fresco respira la nostra produzione siciliana, ma magari si bloccano le spedizioni di mele dalle aree melicole del nord Italia. E non si tratta solo di territori, ma anche di imprese. Un rallentamento o una riduzione delle esportazioni di pasta colpisce i pastifici, mentre la riduzione delle importazioni di olio può essere l’occasione per valorizzare meglio il nostro prodotto 100% made in Italy.. Lorenzo Bazzana responsabile economico della Coldiretti spiega così le ricadute economiche in campo agroalimentare delle rivolte popolari che stanno sconvolgendo i paesi del Nord Africa. L’Italia importa pesce, crostacei e molluschi, ortaggi, legumi e patate, olio d’oliva e frutta per mezzo miliardo ed esporta pasta e prodotti della pasticceria, cioccolato, frutta e conserve di pomodoro per circa 350 milioni. Secondo la Coldiretti “i tumulti di queste ultime settimane hanno già messo in difficoltà gli operatori, con segnalazioni di problemi per lo sdoganamento dei prodotti alimentari italiani che è causa di danni pesanti soprattutto per le merci più deperibili”. Le eventuali difficoltà commerciali non avranno comunque conseguenze negative per i consumatori ma secondo la Coldiretti questa potrebbe essere l’occasione per valorizzare al meglio l’ortofrutta e l’olio extravergine made in Italy. Spiega ancora Bazzana: “In pochi casi importiamo prodotti non coltivati in Italia, come ad esempio i datteri, più spesso si tratta di prodotti in diretta competizione con quelli coltivati nei nostri territori meridionali, quali pomodoro, patate o che anticipano di poco l’arrivo del nostro prodotto, ad esempio il caso delle pesche. Ovviamente di questo tipo di importazioni non c’è alcuna necessità”.

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