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La Stampa

Sulla fiera spira il vento della Cina ... Il Vinitaly da sempre è una sorta di grancassa commerciale e mediatica. Durante i suoi cinque, frenetici, giorni si discutono quelli che saranno gli argomenti principali di tutto l’anno solare vitivinicolo. La fiera del 2011 è iniziata sotto il segno dell’ottimismo, che non è una novità vera e propria perché il mercato globale pare rispondere in modo molto positivo. Sembra stiano tornando gli ordini dall’estero, col la locomotiva americana che si è rimessa in moto e quella più piccola tedesca a far da supporto. Ma il 2011 sarà ricordato per il boom reale - e non solo sognato - del mercato asiatico. La Cina, con Hong Kong da apripista, inizia a richiedere un buon numero di casse di bottiglie. Finora gli italiani erano rimasti alla porta, lasciando alla Francia il compito di conquistare le maggiori quote di mercato. Ora il vento sta cambiando e gli imprenditori più avveduti del nostro Paese stanno investendo tempo e denaro per colmare il divario. I dati pubblicati a pochi giorni dall’inizio della fiera veronese sono preceduti solo da segni più e doppie cifre di crescita, anche se, a onor del vero, il 2010 e il 2009 erano stati disastrosi. C’è da capire se i produttori italiani sfrutteranno al meglio questa situazione senza compiere gli errori del passato: guerra sui prezzi quando non se ne sentiva il bisogno, scarsa difesa dei prodotti protetti da denominazione con export divini taroccati, penetrazione dei mercati senza concertare (con consorzi) le operazioni di marketing. Altro argomento forte di questo Vinitaly è la liberalizzazione degli impianti prevista dall’Unione Europea, vista come il fumo negli occhi dalla maggior parte dei piccoli e medi vignaioli italiani. In un momento di contrazione dei consumi interni e di timida ripresa all’estero, pare una pazzia pensare a una viticoltura priva di controlli e alla possibilità per chiunque di allargare in modo esponenziale il parco vigneti. Per ora le risposte della politica non convincono e non sono state giudicate abbastanza incisive.

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