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La Stampa

Fiere in bottiglia Düsseldorf apre la nuova stagione ... L’Italia vende alla Germania 6 milioni di ettolitri e detiene il record con il 42 per cento del mercato ... Il vino italiano è saldamente il vino d’importazione più venduto in Germania, con un volume di oltre 6 milioni di ettolitri - una quota pari al 42% del mercato - e un valore intorno ai 750 milioni di euro. Sono sufficienti questi numeri per spiegare tutta l’importanza della Prowein, la più qualificata fiera vinicola della Germania che apre i battenti oggi a Dtisseldorf e dà il via alla stagione delle grandi fiere. Valigia sempre in mano, i produttori avranno giusto i1 tempo di tornare a casa per fare rifornimento di bottiglie, per poi ripartire alla volta di Verona, dove dal 25 al 28 marzo andrà in scena il primo Vinitaly con calendario rivoluzionato (dalla domenica al mercoledì), ridotto (4 giorni invece di 5) e un po’ anticipato (fine marzo invece di inizio aprile). Due manifestazioni dove è quasi d’obbligo essere presenti, per tastare il polso ai mercati internazionali e valutare le prospettive, con la speranza di veder confermato l’ottimo andamento del settore negli ultimi mesi. Ecco allora centinaia di cantine, consorzi e associazioni schierati tra i 3600 espositori di Düsseldorf - Piemonte, Toscana, Veneto e Sicilia sono le regioni in prima fila - per cercare di replicare il successo ottenuto in Germania nel 2011, quando il vino Made in Italy ha fatto un balzo del 10% rispetto al 2010. Tra questi, ci sono anche i 14 grandi barolisti che in Langa hanno deciso di fondare (o meglio, rifondare) l’Accademia del Barolo con l’obiettivo di promuovere il re dei nebbioli e il suo territorio di origine. Una squadra di All Star in grado di “evitare il rischio sempre in agguato che il Barolo sia messo ai margini del palcoscenico mondiale dei grandi vini”, come dice Gianni Gagliardo di La Morra, il primo ad aver creduto in questo progetto. “I mercati esteri - spiega Michele Chiarlo, che da cinquant’anni dirige la sua corazzata a Calamandrana - stanno rispondendo molto bene. Gli Stati Uniti e l’Estremo Oriente sono senza dubbio i più brillanti, ma anche la Germania sta recuperando e per questo è importante presidiare il terreno alla Prowein, dove le mie prime partecipazioni risalgono alla fine degli anni Sessanta”. Tuttavia, in Paesi come Cina e India gli estimatori del Barolo sono ancora molto pochi. “Non ci conoscono, c’è bisogno di penetrare quel mercato con nomi ed eventi di alta qualità” dicono i produttori dell’Accademia, Ecco allora l’idea di lanciare un’edizione tutta nuova dell’Asta del Barolo, che ad aprile andrà in scena al Castello di Barolo, ma saprà mettere in contatto gli estremi opposti del mondo: New York e Hong Kong.

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