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La Stampa

Meno frutta e verdura la crisi cambia anche i menù ... Si mangia meno frutta e verdura, ma per comprarla si spende di più. Rispetto all’anno prima, nel 2011 ogni famiglia ha consumato 5 chili in meno di frutta, 3 di verdura e 1 di ortaggi surgelati secondo l’analisi presentata da Cia (Confederazione agricoltori), Confagricoltura, Fedagri-Confcooperative, Legacoop agroalimentare e AgciAgrital al Macfrut, la grande fiera dell’ortofrutta a Cesena. Elaborando dati Istat, le cinque organizzazioni hanno calcolato un calo tendenziale del 2,6%. Se si confrontano le cifre con quelle di 11 anni fa, la riduzione arriva al 23%: dai 450 chili a famiglia del 2000 ai 347 chili del 2011 (8,3 milioni di tonnellate in totale). Una famiglia su tre ha alleggerito il carrello alimentare, di queste il 41,4% ha ridotto gli acquisti di frutta e verdura: colpa della crisi, della poca attenzione all’alimentazione sana e dei prezzi in aumento. Paradossalmente, la spesa totale per l’ortofrutta nei 12 mesi tra il giugno 2011 e lo stesso mese cli quest’anno, è passata da 14 miliardi e 28 milioni a 14 miliardi e 168 milioni (numeri dell’Osservatorio consumi ortofrutticoli di Macfrut). Un +1% confermato dalla spesa media per nucleo familiare, salita a 588 euro rispetto ai precedenti 582. Frutta e verdura fresca hanno registrato ad agosto (ultimo dato disponibile) crescite tendenziali del 5,8% e del 4,8%. “Non per colpa degli agricoltori, anzi le quotazioni alla produzione sono scese - dice Giuseppe Politi, presidente Cia -. Va invertita la tendenza riorganizzando le filiere per evitare speculazioni e ridefinendo le regole commerciali nell’Ue: molti paesi bloccano l’ingresso di ortaggi italiani, mentre il nostro mercato è aperto alla merce estera senza limitazioni”. E il Codacons invita allo “sciopero della verdura”: niente ortofrutta quando i prezzi superino i 3 euro al chilo. Già ora, in Italia si consuma solo il 25% della produzione ortofrutticola nazionale (35 milioni di tonnellate l’anno, un terzo dell’intero settore agricolo). Per compensare il calo interno, bisogna puntare sull’export: l’Italia con- tende alla Spagna il titolo di “orto d’Europa”, ma si è fatta soffiare dalla Germania il primato nel commercio oltre confine. Mario Guidi, presidente di Confagricoltura: “Le aziende ortofrutticole italiane possono recuperare vendite solo guardando all’estero, ma per farlo la politica deve ridurre la burocrazia per consentire alle imprese agricole di lavorare meglio ed essere più competitive”.

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