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La Stampa

Europa ed Expo in cima all’agenda Coldiretti e Agrinsieme al neo ministro Martina: “Bene l’agricoltura nel Jobs Act” ... “Adesso al lavoro, c’è tanto a fare”. Maurizio Martina ha commentato così la sua nomina a ministro dell’Agricoltura. E in effetti l’agenda degli impegni è fitta ma in testa alle priorità c’è il rapporto con l’Unione Europea (alle porte c’è il semestre di presidenza dell’Italia) per quanto riguarda l’iter della riforma della politica agricola comune, ma anche il dossier Expo 2015, che come sottosegretario del governo Letta ha seguito in prima persona. Centrale anche la programmazione dei fondi comunitari la riorganizzazione dell’Agea e dell’Inea e le decisioni se sbarrare o meno la strada agli Ogm secondo quella discrezionalità lasciata dalla Ue ai singoli governi. Che cosa farà Martina? Una traccia delle linee d’azione si può leggere nel saluto inviato due giorni fa ancora da sotto segretario al convegno internazionale di agricoltura biodinamica in corso a Firenze. Martina vede l’agricoltura come un “patrimonio materiale e culturale”, punto fondamentale “della nostra economia”. Un ruolo ottenuto “in gran parte grazie alla sua forte identità di cui i prodotti del patrimonio agroalimentare sono espressione”. E da questo punto di vista “Expo Milano 2015 rappresenta un’importante sfida che dobbiamo cogliere e sfruttare al meglio: sarà questa una vetrina per mettere in luce la straordinaria biodiversità delle nostre produzioni”. Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura al Parlamento Europeo, si dice convinto che la “sua nomina garantirà continuità e tempi rapidi nella definizione delle scelte applicative nazionali che da Bruxelles supporteremo”. Apertura di credito anche da parte delle organizzazioni agricole. Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, sottolinea come positivo “oltre all’intesa generazionale” anche “la scelta di individuare l’agricoltura e il cibo tra i sette settori prioritari di intervento del Jobs Act elaborato dal premier Matteo Renzi”. Disponibile a collaborare anche Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari: “Spesso non si dà il giusto peso ad un comparto, come quello agroalimentare, che da solo rappresenta il 17% del Pil nazionale e che rivela ottime potenzialità di crescita a livello internazionale, specie in quei Paesi in cui il brand del made in Italy esercita un forte richiamo”. Luigi Scordamaglia, vicepresidente di Assocarni e di Federalimentare, definisce Martina e il ministro Federica Guidi il “miglior tandem possibile per l’agroalimentare italiano”. E spiega: “Siamo certi che si potrà ora puntare con concretezza e lungimiranza all’internazionalizzazione delle produzioni agro- alimentari italiane ed al rafforzamento della nostra vera produzione agricola”.

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