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La Stampa

Ottima la qualità delle uve ... È l’anno dei grandi rossi... Un millesimo da ricordare... L’Italia sul gradino più alto per la vendemmia, battuta la Francia... Per Ismea e Uiv saranno 48,5 milioni di ettolitri, in contrazione del 2% rispetto al 2015. Per Assoenologi gli ettolitri saranno 49 milioni, con una produzione tra -5% e uguale allo scorso anno. Dettagli. Per entrambi, infatti, la vendemmia 2016 collocherà nuovamente l’Italia in cima alla piramide quantitativa, visto che le stime della Francia si fermano a 43 milioni di ettolitri e quelle della Spagna a 42,9 milioni. Ma ancor più delle previsioni sulla quantità, fanno ben sperare le prime considerazioni sulla qualità delle uve che in questi giorni stanno arrivando nelle cantine di tutta Italia, favorite dal bel tempo: ottime, con alcune punte di eccellenza. “A un inverno mite e con scarse precipitazioni ha fatto seguito una primavera e un inizio estate caratterizzati da piogge abbastanza abbondanti che hanno ripristinato le riserve idriche – dicono da Assoenologi -. La vera estate è iniziata il 21 giugno, in perfetta sintonia con il solstizio estivo, ed è stata caratterizzata da giornate calde ma generalmente non torride con escursioni termiche giornaliere importanti e determinanti sulla qualità della vendemmia 2016. Condizioni che hanno sancito un percorso decisamente positivo della maturazione dei grappoli con l’accumulo di sostanze aromatiche e polifenoliche”. Detto in sintesi, l’annata 2016 è stimata da Assoenologi qualitativamente ottima con alcune punte di eccellenza, in particolar modo per i vini ottenuti da uve a bacca rossa che saranno vendemmiate a fine settembre. “Il 2016 potrebbe essere incorniciato come un millesimo da ricordare” dice il presidente Riccardo Cotarella. Ma l’auspicio potrà essere confermato solo a raccolta ultimata, visto che a oggi è stato vendemmiato poco più del 15% del prodotto. Le prime tre regioni a tagliare i grappoli sono state la Puglia a fine luglio, la Sicilia e la Sardegna nei primi giorni di agosto. In tutto il Nord e Centro Italia si riscontra un ritardo dell’inizio delle operazioni di raccolta di circa 5-10 giorni rispetto allo scorso anno, ma in linea con le annate normali. Il pieno della raccolta avverrà nella terza decade di settembre, per concludersi tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Sarà dunque l’andamento climatico dei prossimi due mesi a decretare il giudizio finale, soprattutto per i rossi più complessi e ricchi di struttura. Il Veneto, con ben 9,3 milioni di ettolitri, si conferma la regione italiana più produttiva seguita dalla Puglia (8,7) e dall’Emilia Romagna (8,1). Queste tre regioni insieme nel 2016 produrranno oltre 26 milioni di ettolitri, ossia il 53% di tutto il vino italiano. Per il Piemonte le cifre saranno le stesse del 2015, pari a 2,5 milioni di ettolitri. “L’Italia si conferma primo produttore di vino al mondo per quantità - commenta il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina -. Un dato importante, soprattutto tenendo conto della grande qualità che sappiamo sviluppare in tutti i territori delle nostre regioni. Ora dobbiamo diventare leader anche per valore. Una sfida alla nostra portata, che vogliamo e dobbiamo vincere insieme con i produttori, continuando a investire su qualità e innovazione”.
Ma se l’export delle nostre bottiglie è in costante crescita in tutto il mondo, i consumi interni continuano sulla strada del ribasso. Secondo Assoenologi, a fine 2016 si scenderà sotto i 36 litri pro-capite, contro i 45 litri del 2007. “Dobbiamo guardare con nuova attenzione al mercato interno che, ricordiamolo, rappresenta ancora il primo mercato per il nostro vino assorbendo il 50% del prodotto - dice Antonio Rallo, presidente dell’Unione Italiana Vini -. Le imprese devono tornare a investire sul consumatore italiano”.

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